A2aThoT «Gestalt» [2014]

A2athot «Gestalt» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
20.04.2015

 

Visualizzazioni:
1704

 

Band:
A2aThoT
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Titolo:
Gestalt

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- A2aThot :: Synth, Ambient, guitar, all music.

 

Genere:
Psychedelic Industrial Metal / Doom / Alternative

 

Durata:
53' 53"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
18.10.2014

 

Etichetta:
Buil2kill Records
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Distribuzione:
Audioglobe
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Code7 Distribution
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CM Distro (Germania)
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Agenzia di Promozione:
Nadir Promotion
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Recensione

A2aThot è un progetto italiano a carattere unipersonale la cui unica e sola regola è lo sperimentare; sperimentare ritmo, sound, synth, guitar e tutto quello che un musicista vuole utilizzare per mettersi in mostra e lasciar parlare di lui. Si tratta di un genere musicale che si ama, si odia, si disprezza, si elogia; è un po’ come un quadro moderno in chiave astratta dove l’interpretazione più corretta viene lasciata alla mera soggettività di ciascun osservatore. Qui in sostanza è la stessa cosa con l’unica differenza che si deve ascoltare e interpretare. I brani nel complesso sono medio lunghi e risultano carichi di atmosfere che spaziano dal Trip Hop, ambient, doom, industrial, electronic, distorti spesso accompagnati da un cantato filtrato, ovattato in delay/eco che possono richiamare anche l’ascoltatore ad azzardare alcuni confronti musicali con band passate o in standby quali Godflesh, Scorn o con altre quali Neurosis e quant’altro. Dopo l’intro, si parte con il primo brano “Wrong Way” il cui cantato fa ricordare un po’ Dave Gahan dei Depeche Mode mentre la parte strumentale molto lenta ed ovattata, richiama la presenza di suoni multiformi con l’utilizzo di fuzz come effetto guitar. Con il successivo brano dal titolo “Hic et Nunc” ci troviamo in presenza di una batteria elettronica con una chitarra sfruttata in bending e sempre distorti fuzz; un doom formato tra basso e batteria è l’inizio di “Is this Brutal?” altro brano in cui compare in rapida successione la voce del front man-factotum di questo lavoro che contorna il resto del brano con un suono di chitarra con un motivo di tre note che riempiono ulteriormente il brano. Brano di circa nove minuti con sottofondo in synth è “Cutting Knives” dove si alterna chitarra in arpeggio variabile in atmosfera nebbiosa il cantato sempre accompagnato da simile effetto fuzz compare all’incirca a metà brano. Anche “Hiding in a Glass House” sembra condurre in uno scenario con desolazione e abbandono, una specie di calma surreale con batteria elettronica lenta e cantato tenue quasi a voler rimanere nascosto lasciando che l’ascoltatore interpreti questa sensazione sincopata. “M” è il brano più lungo di questo lavoro che offre una bella sensazione di quiete con un’effettistica ben studiata ed un cantato quasi sincero, non troppo camuffato. Il lavoro si presenta in generale intraprendente, dove si sfida l’esterno con la propria creatività senza interessarsi di cosa possa pensare il destinatario di questo messaggio unipersonale colmo di sperimentazione che, con alti e bassi, riesce comunque a sorprendere.

Track by Track
  1. Intro 55
  2. Wrong Way 65
  3. Hic et Nunc 65
  4. Is This Brutal? 65
  5. Cutting Knives 60
  6. Hiding In A Glass House 60
  7. Maybe It's Not Up To Us 70
  8. (M) 75
  9. Blanket 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 70
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
65

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 20.04.2015. Articolo letto 1704 volte.

 

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