Master Massive «The Pendulum» [2015]
Master Massive
Titolo:
The Pendulum
Nazione:
Svezia
Formazione:
- Jan Strandh ::lead guitar, acoustic and rhythm guitar, Lead vocals;
- Yngve Frank :: Rhythm guitar;
- Karl Nyhlin :: Bass guitar, Lute, Theorbo, Mellotron;
- Petter Karlsson :: Drums and Percussion, Lead and Background Vocals, Keyboards;
Genere:
Heavy Metal
Durata:
1h 10' 46"
Formato:
CD
Recensione
Un album questo degli Svedesi Master Massive dal titolo “The Pendulum” proposto nel genere Epic Heavy Metal stilisticamente e musicalmente ancorato agli anni ’80 ma con elementi concettuali che richiamano l’attenzione sul genere rock anni ’70. Il disco è anche fregiato dalla presenza di guest artists tra cui Peo Pettersson (Leviticus, Axia), Katarina Lilja e Petter Karlsson (Therion) oltre a Erik Forsberg, Oivin Tronstad (Jupiter Society), Tony Yoansson (Masquerade), Tony Niva (Niva, Lion’s Share) che in un certo senso apportano un generoso e concreto contributo professionale a questo lavoro. Il messaggio che i Master Massive vogliono darci è essenzialmente focalizzato sull’essenzialità di uno strumento come il pendolo, in grado di oscillare e nello stesso tempo, con la giusta concentrazione dell’osservatore, capace di svelare le negatività presenti nel mondo; contestualmente viene trasmesso il timore che hanno tutti coloro che sono lontani dai centri di potere e quindi, non potendo prendere delle decisioni, queste vengono in definitiva, per la maggiore, lasciate al mero arbitrio di altri che ovviamente, finiscono per prenderle al loro posto. Questa passività alimenta ulteriormente una sorta di disperazione ed una consapevolezza di vivere forzosamente in un mondo privo di lavoro, problema questo, che la stessa politica non è in grado di risolvere per l’interesse della collettività. I Master Massive con “The Pendulum” vogliono in pratica lasciare un’opera che possa essere considerata come una leggenda personale in grado di aiutare i più deboli ad uscire dalle proprie paure. L’unico modo per riuscire a sopravvivere in questo mondo è dato dalla capacità dei singoli individui che, attraverso i loro pensieri, i loro sentimenti e le loro abitudini, hanno la forza necessaria a resistere e a combattere ogni singolo giorno. I numerosi brani presenti nel lavoro sono tutti di varia fattezza e sono realizzati unendo varie melodie che vanno dall’acustico, all’Heavy Metal, dall’Hard Rock, all’epic con annesso utilizzo di flauti, cello e quant’altro; ogni brano offre l’alternanza dei predetti che si completa musicalmente con i componenti effettivi della band e con gli altri artisti sopraccitati che offrono un risultato che nel complesso appare appagante. Un brano molto carico di energia è “Time out of Mind” dove emergono, sia interessanti riff con alternanza di guitar solo compatti e decisi, sia una ritmica pronta in maniera assolutamente discreta alle numerose variazioni che si avvicendano nella song. Abbastanza vicino agli Iron Maiden è “Four Dreams” dove, al di là della espressività canora femminile, sembra di ascoltare nella prima metà del brano una ritmica caratterizzante per la maggiore lo stile dei britannici ma poi, quasi sul finire, si assiste ad una trasformazione tradotta in un incredibile progressive che aumenta sempre più d’intensità sprigionando un efficiente lead solo. “ The Monastery” offre invece una sorta di cantato tribale iniziale con il suono di un meraviglioso flauto che trasporta ad un lontano fiabesco periodo per poi essere sostituito da un tutto sommato non sorprendente metal; una specie di calma surreale si avverte con il brano “Dear Aadham” con il cantato femminile di Katarina Lilja dei Therion assolutamente meraviglioso; In “The Media Palace” si possono invece apprendere ancora una volta le superlative capacità canore sempre di Katarina che duetta con Oivin Tronstad abbattendo congiuntamente ogni muro che si mette davanti a loro, ritmica avvincente, brano grintoso. Più intenso con un bel riff parte “Dark Prophecy” cantata fiabescamente dal frontman Jan Strandh che duetta con la regina Katarina, ma la ritmica resta sempre sullo stesso piano; fa aumentare il punteggio del brano il fantastico il lead solo. Il lavoro, seppur complessivamente un po’ troppo prolisso per i suoi diciassette brani, fa in ogni caso ben comprendere il messaggio trasmesso dai Master Massive che appaiono stilisticamente convincenti e razionali.
Track by Track
- The Pendulum 60
- Time Out of Mind 70
- Aadham you Will Not Stand Alone 60
- Four Dreams 70
- The Monastery 70
- I Am the Prior 55
- Eye of Silence 70
- Dear Aadham 80
- Sovereign Power 70
- The Media Palace 85
- The One Chosen by the Gods 55
- Hymn to Yellowhawk 65
- Wishing Well 70
- Broken Hearts 70
- Dark Prophecy 70
- Showdown 75
- Elegy 80
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
70Recensione di Wolverine pubblicata il 28.04.2015. Articolo letto 1574 volte.
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