Will 'O' Wisp «Inusto» [2015]
Recensione
I Will’o’Wisp, storica Prog Death Metal Band Italiana dal 1992, con un demo del ’94, due album realizzati nel ’95 e nel ’98 e una nuova reunion nel 2008 che dà alla luce un terzo album dal titolo “Kosmo”, definito dalla critica uno dei migliori album Death/Prog Italiano, accendono ora i riflettori su questo quarto lavoro dal titolo “Inusto” prodotto e mixato da Tommy Talamanca già fondatore nonché membro dei Sadist. L’album, prevalentemente ispirato all’arte e alla poesia dello storico pittore Russo Nicholas Roerich, mostra sin da subito, un livello di creatività sopra le righe. Il tecnicismo offerto scaturisce dall’insieme dello stile predetto e suonato da questa band attraverso il movimento stilistico proiettato in più direzioni rappresentate, nel caso di specie, dalla visività, dalla poesia e dalla musica; nel disco sono spesso presenti dei suoni che appaiono talvolta inquietanti mentre altre volte pacati. Oltretutto, a riprova della creatività stilistica del disco, merita accennare la presenza di numerosi artisti che hanno contribuito con il loro apporto musicale ad abbellire alcuni brani della playlist tra cui anche il virtuoso clarinettista Gleb Kanasevich oltre a Benedetta Torre per alcune parti vocali, Gabriele Boschi per l’uso del violino, Dario Gisotti per il flauto. La line up, tutta assolutamente competente e con esperienza alle spalle, rende incredibilmente attrattiva quest’opera che, probabilmente proprio per l’ispirazione tratta dal pittore russo Roerich vuole lasciare all’ascoltatore l’interpretazione più corretta da offrire attraverso gli innumerevoli colori parametrati alle note sprigionate con un Death Metal Prog totalmente creativo. Quanto ai brani che spaziano dalla inaudita violenza del Death tecnico ai pianoforti con annessi cinguettii di uccelli, ve ne sono di tutti i gusti, molti interessantissimi altri un po’ meno. Meritano l’intro “Kanchenjunga” con dei suoni sincopati quasi terrificanti; “Sacred Signs” assolutamente alternato tra colpi sfrenati a suon di riff taglienti e doppia cassa infuriata quasi a prender fuoco con arpeggi di chitarra e sottofondi di violino. “The Calling One” potentissima e ruggente con l’esofago di Deimos in esplosione totale; “Revenal” brano compatto come un macigno ma che è accompagnato da un percettibile sottofondo in Keyboard; “Burning of Darkness” che ricorda alcune storiche intro dei Sadist ma che si sviluppa successivamente dopo un paio di accelerazioni in un buon prog. Dopo due brani strumentali quali “Lower than the Depths” e “Silvery Realm” realizzati fantasiosamente con l’inserimento di effetti sonori di impatto, merita ricordare “When the East is Aflame” brano suddiviso in ritmiche diverse con un intro molto fantastico che riporta alla mente la nostra infanzia poi aggredito da un selvaggio ritmo a suon di riff, blast e doppia cassa dove addirittura abbiamo l’intervento del clarinetto in un lead avvincente. Anche “Chintamani” è un brano sensazionale generato con una ritmica forsennata dal risultato strepitoso dove è unita ad un sottofondo lirico eccellente. Il lavoro si conclude con il brano strumentale realizzato prevalentemente in acustico “Treasure of the Mountains” che ci trasporta in alto, tra le montagne, alla ricerca di quel tesoro che questi talentuosi Will’o’Wisp ci hanno indicato attraverso questa loro strepitosa opera della quale, se ne consiglia vivamente l’acquisto.
Track by Track
- Kanchenjunga (Instrum.) 85
- Flame in Chalice 75
- Sacred Signs 80
- The Calling One 80
- Reveal 85
- Burning of Darkness 75
- The Spark of Life and Death 75
- Under the Earth 75
- Lower than the Depths (Instrum.) 75
- Silvery Realm (Instrum.) 80
- Path to the Shambhala 80
- When the East is Aflame 80
- The Beggar 80
- Chintamani 90
- Treasure of the Mountains (Instrum.) 90
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 90
- Tecnica: 90
Giudizio Finale
82Recensione di Wolverine pubblicata il 30.04.2015. Articolo letto 1781 volte.
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