Inside Mankind «Oikoumene» [2015]
Recensione
Gli aretini Inside Mankind esordiscono con questo Oikoumene il cui significato deriva dal verbo abitare che, nella terminologia greca, indica la terra conosciuta dall’uomo e dallo stesso abitata e da dove, in sostanza, inizia la vita. Dopo una serie di cambi di line up e un demo risalente al 2009, questa italianissima band ci propone una ricetta ben ricca che parte da un Hard rock anni ’70 come base essenziale un po’ per tutte le song insita contemporaneamente di elementi progressive, power, gothic, thrash e qualche volta anche death metal che avvolgono l’intero lavoro con un risultato sorprendente. Ma questo può non bastare perché la vera sorpresa in realtà è costituita dalla magistrale voce neoclassica e lirica del soprano Claire Briant Nesti che offre una sorta di onnipotenza all’intero lavoro accompagnata alcuni momenti dal un potente growl in chiave death metal del chitarrista Francesco Monaci che in parte ci ricorda quello favoloso di Tomi Koivusaari degli Amorphis. Il full lenght proposto di dieci tracce ci racconta le più diverse emozioni umane che spaziano dalla paura alla gioia, alla rabbia, alla delusione ma anche all’amore e da tutti quegli aspetti caratteriali che contraddistinguono ogni singolo; quando l’uomo resta solo anche a causa del tipo di emozione sentita, va alla ricerca di Dio per trovare il giusto conforto. Ed è anche questo un altro messaggio che gli Inside Mankind vogliono trasmetterci ovvero il rapporto tra l’uomo e Dio anche attraverso alcuni messaggi siti all’interno di alcuni dei brani proposti che, forte del messaggio che la band intende trasmettere, sono stati trasformati in un medley di 72 battute proprio ed indicare tutti i nomi di Dio che risultano dalla tradizione cabalistica che addirittura si eleva al di sopra della natura stessa. Il lavoro inizia con “Out of the Loop” con partenza di impatto e con un altrettanto mix avvincente tra progressive unito alle tastiere che ottimizzano il lavoro unitamente al fantastico cantato; anche “City”, ovviamente in prog, si presenta in maniera ottima grazie all’avvolgente ritmica offerta da uno strepitoso lavoro di basso; “Fourty” parte con un riff carico e potente parzialmente sedato in poche battute dalla magia del soprano, riprende con una ritmica avvincente tipica dei Dream Theater; è poi la volta della successiva “Magdalen” che parte con un arpeggio effettato ed una buona ritmica di drums che si alterna tra distorti e non, oltre che da un super lead guitar. Si prosegue con “Keep me by the Stars” altro brano ben riuscito grazie a ritmiche ben apportate sempre in linea tra power e progressive Metal . “Uneasy” brano pacato che mostra l’elevata capacità canora della Nesti; anche “Fear” con un eccellente growl death metal alternato al canoro lasciano un bell’effetto all’intero brano. Mistica e gotica è invece l’intro di “Phariseum” dove scatta in un death deciso, pulito e potente quanto basta il cantato maschile growl questa volta accompagnato dalla soprano solo in sottofondo; “Human Divine” conclude il lavoro con un altrettanto ben strutturata ritmica a cui siamo stati sino a questo punto abituati con i precedenti brani. Un lavoro ben fatto che però può condurre ad un bivio nel momento in cui si riflette su quanto possa essere convincente l’ottimo apporto di un soprano di indiscusse capacità canore all’interno di un gruppo di forte impatto stilistico come questo che orientativamente, ricomprendendo le numerose influenze sopra esposte, a sommesso avviso dell’ascoltatore, risulterebbe ancora più potente con il solo growl.
Track by Track
- Out of the Loop 75
- City (The Street of Our) 80
- Fourty 80
- Magdalen 75
- Keep Me By the Stars 70
- Uneasy 80
- Toccata 70
- Fear 80
- Phariseum 80
- Human Divine 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 80
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
77Recensione di Wolverine pubblicata il 09.05.2015. Articolo letto 1950 volte.
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