Borknagar «The Olden Domain (Reissue)» [2015]

Borknagar «The Olden Domain (reissue)» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
15.05.2015

 

Visualizzazioni:
1814

 

Band:
Borknagar
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Titolo:
The Olden Domain (Reissue)

 

Nazione:
Norvegia

 

Formazione:
Øystein G. Brun :: Guitars, Songwriting, Lyrics
Ivar Bjørnson :: Keyboards
Fiery G. Maelstrom :: Vocals
Kai K. Lie :: Bass
Grim :: Drums

 

Genere:
Black Metal / Progressive Viking / Folk Metal

 

Durata:
45' 54"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
27.04.2015

 

Etichetta:
Punishment 18 Records
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Distribuzione:
Audioglobe
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Code7 Distribution
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Plastic Head
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Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Parlando dei Borknagar, due secondo me sono gli album più brillanti della loro discografia: “Empiricism”, struggente e aggressivo ma anche molto progressive e ricercato, quasi commovente per la sua genuinità musicale, e appunto questo “The Olden Domain”, il più tipicamente nordico dei due album. Originariamente uscito nel 1997 e oggi ristampato dalla Punishment 18, “The Olden Domain” sin da allora si fece notare per essere un nettissimo segno di personalità stilistica, dove le atmosfere e le trame dal sapore nordico erano incorporate nel substrato black metal, piuttosto che aggiunte come parti a sé stanti, e tutto era bilanciato da dei riffs di chitarra invero non complicati (tranne le divagazioni sonore sopra di essi), ma che riuscivano molto bene a controbilanciare una tastiera molto ariosa e parti cantabili, e questa dicotomia è espressa in continuazione. In altre parole, “The Olden Domain” possiede parti spigolose dominate dalle chitarre, che evitano che il sound sia troppo astratto o complesso, e parti più aperte e dominate dalla tastiera la quale subentra, destruttura i riffs della chitarra ritmica e li corrobora con delle proprie trame, per uno stile musicale che di fatto non ha eguali, talmente naturale da non sembrare né nordico né progressivo per quanto è scorrevole, tanto che dei quasi 8 minuti di “The winterway” tendi a non accorgertene, mentre è francamente impossibile per me, non farsi avvolgere dalla splendida atmosfera di “A tale of pagan tongue” o di “To mount and rove”. Il tutto con tematiche affrontate in inglese, tranne la terza canzone strumentale, che ho sempre pensato fosse un punto a favore, specialmente in ottica moderna: dove infatti moltissime band che si approcciano al pagan e affini scrivono in madrelingua, finendo per ghettizzarsi inevitabilmente, i Borknagar fanno il contrario, e parlano di storie locali e di folklore in inglese, scelta che ho sempre approvato in quanto è la lingua adatta se si vuole far conoscere la propria cultura, almeno a mio avviso. E come ultimo punto davvero saliente, questo cd rifugge tantissime delle divisioni musicali odierne: non è pagan, non è folk, non è epic, non lo definirei avantgarde, non è del tutto black metal e non è del tutto viking. Io lo chiamerei Black/Viking, ma chi se ne importa: qui c’è poco da categorizzare e molto da sentire.
“The Olden Domain” per questi motivi è un grande classico della musica metal nordica, un album fondamentale insieme a “Empiricism” e imprescindibile per chi vuole farsi una cultura in questa branca musicale, che scelgo di avvalorare con un voto altissimo e secondo il mio modesto parere totalmente giustificato.

Track by Track
  1. The eye of oden 95
  2. The winterway 100
  3. Om hundrede aar er alting glemt 90
  4. A tale of pagan tongue 95
  5. To mount and rove 100
  6. Grimland domain 95
  7. Ascension of our fathers 95
  8. The dawn of the end 100
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 100
  • Qualità Artwork: 95
  • Originalità: 100
  • Tecnica: 95
Giudizio Finale
96

 

Recensione di Snarl pubblicata il 15.05.2015. Articolo letto 1814 volte.

 

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