Bleeding Gods «Shepherd Of Soul» [2015]

Bleeding Gods «Shepherd Of Soul» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
FallenAngel »

Recensione Pubblicata il:
25.05.2015

Band:
Bleeding Gods

Titolo:
Shepherd Of Soul

Nazione:
Olanda

Formazione:
Mark Huisman – voce
Ramon Ploeg – chitarra
Erwin Harreman – chitarra
Gea Mulder – basso, voce
Edwin van den Eeden – batteria

Genere:
Death / Thrash / Heavy

Durata:
45' 28"

Formato:
CD

Data di Uscita:
22.02.2015

Etichetta:
Punishment 18 Records

Distribuzione:
Andromeda Distribuzioni Discografiche

Code7 Distribution

Plastic Head

Agenzia di Promozione:
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Recensione

I Bleeding Gods nascono in Olanda nel 2012 da un'idea di Ramon Ploeg, ex chitarrista degli Houwister; ci propongono oggi la loro nuova fatica distribuita dalla nostrana Punishment 18 Records, intitolata "Shepherd of soul".
Il quintetto olandese si cimenta in un death metal dalle sonorità tipicamente europee con qualche contaminazione thrash; le sei corde di Ramon Ploeg e Erwin Harreman arrivano alle nostre orecchie con note a dir poco taglienti alternando momenti energici a parti maggiormente cadenzate e lente. La sezione ritmica fa il suo lavoro e convince soprattutto per la precisione nelle parti iper-veloci in cui non si possono trovare particolari cadute di ritmo o di stile.
Brani come "Into the depth of misery" o "Gloriuos relentless destiny" colpiscono come una frustata i nostri padiglioni auricolari grazie ad un sapiente uso della doppia cassa e all'ugola di Mark Huisman che riesce a deliziarci con un growl potente e pulito al tempo stesso. Purtroppo però tutto finisce qui; che sia ben chiaro, i Bleeding Gods sono degli ottimi artisti dal punto di vista tecnico, ma peccano decisamente di originalità e varietà di suoni. Tutti i brani presenti nel platter, infatti, si assomigliano tutti e non riescono a sorprendere in nessuna maniera l'ascoltatore che, alla lunga, potrebbe anche rischiare di annoiarsi.
Questo "Shepherd of soul" è quindi un lavoro suonato bene, registrato in maniera eccelsa, ma senza particolari idee e con davvero poca personalità. Alcuni ascoltatori della vecchia scuola death metal potrebbero anche essere contenti della cosa ma, personalmente, ritengo che questo rappresenti un grosso limite per una band composta da artisti che, di certo, non sono alle prime armi. Ci troviamo quindi davanti ad un lavoro che potrà suscitare interesse quasi solo negli estimatori del genere.