DiabolicuM «Ia Pazuzu» [2015]

Diabolicum ĞIa Pazuzuğ | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
29.05.2015

 

Visualizzazioni:
1368

 

Band:
DiabolicuM
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Titolo:
Ia Pazuzu

 

Nazione:
Svezia

 

Formazione:
Niklas Kvarforth :: vocals
Sasrof :: guitars
Gorgorium :: bass
Likstrand :: guitar

 

Genere:
Industrial Black Metal

 

Durata:
39' 59"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
29.05.2015

 

Etichetta:
Code666
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Distribuzione:
Aural Music
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Agenzia di Promozione:
Aural Music (Promotion)
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Recensione

Spettacolare ritorno sulle scene dei veterani Svedesi Diabolicum, band che insieme ad altri colossi come Aborym e Mysticum (per non dimenticare Blacklodge e le ultime cose dei Limbonic Art), ha di fatto definito il lato del black metal più industriale e spettrale, ma se Aborym e Mysticum hanno sempre fatto un forte utilizzo dell’elettronica, e i Blacklodge usavano patterns di drum machine decisamente più sintetici e non appartenenti al metal, i Diabolicum tra questi sono sempre stati la band più tipicamente Black Metal, che nella propria musica ha anche usato elettronica, ma la cui componente prevalente è il black metal, per un mood cosmico e rafforzato da Kvarforth, autore di una prova maiuscola alla voce.
Ora, se i primi due veri brani mostrano una specie di Diabolicum aperti alle containazioni, con “Void of Astaroth” violenta e diretta, ma anche un po’ diversa da quanto fatto in passato, e con la litania straziante di “Silent spring” che mostra (incredibile ma vero) il proprio lato più sinistro e anche molto corale, con tanto di assolo in tutto e per tutto in stile Shining. Dalla quarta alla settima canzone comprese, invece, lo stile ritorna ad essere quello tradizionale in stile Diabolicum di “The dark blood rising”, soltanto maturato e reso più continuo in quanto ad intensità, confermato dalla coppia “Genocide Bliss” e “Salvation through vengeance”, tirate e violentissime, ma anche con riffs di chitarra tipicamente black metal, che ribadiscono la furia di queste canzoni, pur alternando episodi del tutto elettronici e assoli di chitarra schizoidi, un altro trademark di questa band. Ma dopo la perentoria “One man’s war”, è “Angelmaker” a stupire, un brano molto più melodico e struggente: qui i Diabolicum si spostano su lidi inediti e mai sentiti prima, che coronano un album davvero riuscito, che apprezzo più in quanto perfezionamento dello stile dei vecchi album che come portatore di novità in sé, e dove Kvarforth si rivela davvero essere un cantante capace di dare quella marcia in più a questa band che già di per sé è talentuosa.
“Ia pazuzu” è dunque un album da apprezzare in quanto sviluppo degli album precedenti più che come foriero di novità, e forse come unico punto negativo si potrebbe dire che questo album di sicuro soddisferà i fans, ma non so fino a che punto gliene farà trovare di nuovi. Ciò non toglie che per chi apprezza il black metal veloce e dal feeling cinico e gelido, i Diabolicum sono una band da sentire per forza.

Track by Track
  1. Baxxar Ehl Uhza - Intro S.V.
  2. Void of Astaroth 80
  3. Silent spring 80
  4. Genocide Bliss 80
  5. Salvation through vengeance 85
  6. The abyss of the shadows 75
  7. One man’s war 80
  8. Angelmaker 90
  9. Ia Pazuzu - Outro S.V.
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
81

 

Recensione di Snarl pubblicata il 29.05.2015. Articolo letto 1368 volte.

 

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