Veratrum «Mondi Sospesi» [2015]

Veratrum «Mondi Sospesi» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
29.05.2015

 

Visualizzazioni:
3042

 

Band:
Veratrum
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Titolo:
Mondi Sospesi

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Haiwas :: Vox, Guitar
Rimmon :: Guitar, Vocals
Marchosias :: Bass
Sabnok :: Drums

 

Genere:
Black Death Metal

 

Durata:
41' 5"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
06.04.2015

 

Etichetta:
Beyond... Productions
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il trend dei Behemoth ha generato, da un po’ di anni a questa parte, una corrente nell’underground, con ragazzi che provano a suonare in quello stile, ma non riuscendo quasi mai a fare qualcosa di vagamente comparabile in quanto a intensità e potenza dei mostri polacchi. È questo il caso dei Veratrum e del loro secondo “Mondi Sospesi”, edito dalla Beyond... Prods, del quale vado dritto al punto e lo definisco un album che di Death/Black Metal non ha niente, e che anzi è molto “Core”. Sembra un’esagerazione? Giudicate quanto segue.
Anzitutto, qui di velocità ce n’è davvero poca, e purtroppo i riffs vanno spesso sul melodico, anche banale, come il riff a 2:30 circa di “Etemenanki”, spesse volte ci sono anche dei ritornelli cliché, melodici e puliti come ne “Il culto della pietra”, e in generale l’andazzo mi spiace dirlo, ma è quello tipico di “wannabe” del metal estremo, che però si sente: non è né veloce né brutale, difetto abbastanza grave se si cerca di fare Death/Black. La band ci prova e ci riprova, i brani sono differenziati e certe atmosfere come l’incipit di tastiera di “Il culto della pietra” è bello, ma poi si sente che il brano è un’altra cosa e che quella parte è evitabile. “Quando in alto” prova perfino a citare i Nile più atmosferici, ma le idee non trovano la stessa intensità e dopo poco tempo si va sempre a finire sul solito andazzo già sentito, senza contare dei coretti davvero inopportuni intorno a 6 minuti. Solo la conclusiva “H nea Babylon” riesce ad essere Death Metal dall’inizio alla fine, ma con un risultato ahimé molto già sentito e non imprescindibile, con i riffs che proprio non ce la fanno a uscire dal “melodico annacquato”.
Un cd dunque che fallisce l’obiettivo, ma allora perché non c’è una bocciatura nel mio giudizio finale? Perché in realtà qualcosa di buono nell’album c’è: “Il tempo del cerchio”. Si tratta di una canzone riuscita, epica e maestosa nonché melodica che non è male, ma non c’entra nulla né con le tematiche suggerite, né col resto dei brani: è un caso isolato che, fortunoso o meno, mi fa capire che i Veratrum siano la tipica band che vuole fare un genere, ma in realtà ciò che gli esce naturale è tutt’altra cosa. Se sia così, se questo brano sia solo un caso fortuito, o se il cd vada visto in un’altra ottica non lo so, ma mi pare che l’identità della band mi sembra un po’ sfocata e poco comprensibile all’ascolto di questo cd. In conclusione, di per sé a me “Mondi Sospesi” sembra il frutto di una band con una identità musicale a metà tra il poco definito e il dozzinale, ma quella “Il tempo del cerchio” mi fa capire che se i Veratrum insistessero su quella strada, potrebbero fare qualcosa di buono. Poi se è stato un caso non lo so, ma sta di fatto che funge da ultima carta che per me possono giocare.

Track by Track
  1. Intro S.V.
  2. Un canto 55
  3. Il culto della pietra 55
  4. Etemenanki 50
  5. Il tempo del cerchio 80
  6. Quando in alto 55
  7. Davanti alla verita' 55
  8. h nea babylon 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 50
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
61

 

Recensione di Snarl pubblicata il 29.05.2015. Articolo letto 3042 volte.

 

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