Artaius «Torn Banners» [2015]

Artaius «Torn Banners» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
15.06.2015

 

Visualizzazioni:
2098

 

Band:
Artaius
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Titolo:
Torn Banners

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Sara Cucci :: Vocals;
Francesco Leone :: Vocals;
Massimo Connelli :: Guitar;
Enrico Bertoni :: Bass;
Giovanni Grandi :: Keyboards;
Alessandro Agati :: Drums;

 

Genere:
Folk / Post Metal

 

Durata:
1h 14' 15"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
19.05.2015

 

Etichetta:
Bakerteam Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli Artarius gruppo emiliano oramai in forza da qualche anno, ci presentano il loro secondo lavoro intitolato “ Torn Banners” su una base mista tra folk e post Metal eseguito con una doppia voce alternata tra un clean femminile e un growl brutale tutto al maschile, entrambi dai tratti incisivi e piacevoli nell’ascolto. Per quanto attiene alle sonorità che risultano soprattutto elaborate in modalità sinfonica, vengono ulteriormente affiancate, in alcune canzoni, da strumenti quali violino e flauto tipici dello stile folk brillantemente suonati e che lasciano tutto sommato un clima festoso e che non tende quasi mai a situazioni un po’ buie o tetre più caratteristiche di uno stile gothic metal. Le ritmiche della chitarra non appaiono complesse e tutto sommato sono in grado di offrire degli spunti tali da innescare un altrettanto buon lavoro di drum machine, mai eccessivamente esasperata, e delle tastiere che sono in grado di ottimizzare scientemente un certosino lavoro di sottofondo. Alcuni brani, per quanto attiene alle ritmiche e alla melodia proposta, in ogni caso, sembrano molto più affiancarsi a situazioni progressive che risultano, nell’insieme, sempre ben orchestrate. Quanto agli undici brani proposti aprono le danze “Seven Month” dall’intro che ci riporta a sonorità medioevali fatte in flauto poi invase da riff in modalità groove potente e dalle tastiere che, sia nelle ritmiche tra andature spinte e non, che dal cantato in clean e growl, si alternano per tutto l’intero brano. Si prosegue con la successiva “Daphne” un brano dalla partenza in Thrash poi placato dall’eccellente esecuzione del flauto e del cantato sempre in alternanza tra clean femminile e growl maschile. Si prosegue con “Leviathan” dai tratti quasi in progressive metal che ben risultano amalgamati nell’oramai nota alternanza canora; si prosegue con “Eternal Circle” dalla partenza infuocata in una sorta di Thrash Metal poi armonizzato in maniera sopraffina dai suoni della tastiera e violino. “The Hidden Patk” brano in un metal spinto ma si trasforma con le classiche proposizioni folk sempre grazie all’ottima esecuzione delle tastiere in grado di offrire, in alternanza con il flauto, un’ottima armonia dai tratti assolutamente coinvolgenti; con un arpeggio acustico parte la successiva “Pictures of life” molto riflessiva nell’elaborazione e assolutamente pacata nei contenuti; è poi la volta di “Pearls of suffering” altro brano simile ai precedenti già proposti nel platter, in modalità folk e dalle ritmiche in alternanza tra spinto e moderato; “Dualità” brano cantato in madre lingua dalla partenza molto spinta poi variato con andature moderate; si continua con la seguente “By Gods Stolen”, dall’intro quasi felpato, successivamente invaso da una partenza tra distorti e ritmiche infuocate di buon effetto; gli ultimi due brani “By Humans Claimed” dall’intro in pianoforte e violino poi sviluppata in un metal quasi soft con tratti prevalentemente armonici e la conclusiva “Torn Banners” proposta invece in maniera molto più spinta rispetto alla precedente, dalle classiche modalità folk metal, concludono questo lavoro che, nel complesso appare ben realizzato ma che invero, al di là dell’introduzione nelle singole tracks di alcuni elementi realizzati dal flauto e dal violino, ha non molto di particolare rispetto alle numerosissime band che si propongono su questo genere di Metal. Sarebbe opportuno trovare, al limite, alcuni elementi che possano distinguere maggiormente lo stile di questa band, già di per se assolutamente ottimale, per cercare di elevarla da quella generica moltitudine di band che ne compromette, inevitabilmente, quell’elevazione che in effetti sarebbe dovuta e meritata.

Track by Track
  1. Seven Month 65
  2. Daphne 70
  3. Leviathan 60
  4. Eternal Circle 60
  5. The Hidden Path 65
  6. Pictures of Life 60
  7. Pearls of Suffering 60
  8. Dualita 60
  9. By Gods Stolen 70
  10. By Humans Claimed 65
  11. Torn Banners 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
65

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 15.06.2015. Articolo letto 2098 volte.

 

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