Hyades «The Wolves Are Getting Hungry» [2015]

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Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
17.06.2015

 

Visualizzazioni:
3195

 

Band:
Hyades
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Titolo:
The Wolves Are Getting Hungry

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Marco Colombo :: Vocals
- Lorenzo Testa :: Guitars
- Rob Orlando :: Bass
- Marco Negonda :: Guitars
- Rodolfo Ridolfi :: Drums

 

Genere:
Thrash Metal

 

Durata:
45' 53"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
29.06.2015

 

Etichetta:
Punishment 18 Records
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Distribuzione:
Andromeda Distribuzioni Discografiche
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Code7 Distribution
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Plastic Head
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Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Tornano i milanesi Hyades dopo qualche annetto di silenzio per proporci la loro quarta magnificenza sotto l’auge della Punishment 18 Records che, al di là di ogni aspettativa, si presenta sin dai primissimi istanti di ascolto come un’opera sublime di puro Thrash Metal made in Italy. Il full lenght è composto da nove brani tutti nuovi di zecca e tirati a lustro oltre alla riproposizione della canzone intitolata “Hyades”, tratta dall’album “Abuse your Illusions” siglato 2005, che è stata riregistrata con delle piccole migliorie nel sound in generale e nell’apporto di ritmiche del batterista dall’esito semplicemente sensazionale. Il lavoro sin da subito è magnificamente spiazzante, c’è l’inaspettato a cominciare dalla parte cantata proposta con una aggressività superlativa, un sound ruggente come un leone e la batteria d’importazione extra terrestre; in parole semplici e senza esagerazioni ci troviamo di fronte al Santo Graal del Thrash Metal italiano. I suoni, nella loro incredibile aggressività sono nitidi, i riff diabolici paragonabili senza esitazioni ad Exodus e dintorni tanto per intenderci, gli assoli di chitarra da manuale, le ritmiche della batteria al di là della realtà, blast beat indomabili, l’uso della doppia cassa dalla percettibile tecnica singolare; in pratica sono i chirurghi del Thrash. Si apre il ricco banchetto con “The Economist” partenza all’insegna dell’aggressività più eccelsa tra un super vocal e ritmiche ben calibrate pronte a sparare dinamite, riff e lead guitar di elevata fattura. “Ignorance is no Exuse” super Thrash con andature spinte in costante variazione e mutamenti ritmici come da manuale; si procede con la successiva “The Decay of Humankind” dove un riff all’altezza dei big del genere contraddistingue la pregiata esecuzione che non perde un solo colpo neanche a volerselo andare a cercare; lead guitar eccellente, ritmica e batterie da brividi. La successiva è “The Apostles of War” dove si parte con le caratteristiche ritmiche infuocate del Thrash’s style dove l’unica regola è quella di non smettere di far barcollare la testa all’impazzata; “The Great Lie Osix” esemplare intro di batteria che spara a raffica una incontrollata variabilità di colpi, difficili da riproporre; riff sempre sincronizzati alla perfezione e un cantato assolutamente cattivo e molesto. Prosegue la mattanza con “Heavier than Shit (Hyz IV)” riff cattivo che fa da apripista ad una ritmica al vetriolo che non risparmia nessuno, alternata a tratti con modalità più duttili; esecuzione canora superlativa. “Sing This Rhyme” parte all’insegna di un’andatura quasi moderata che poi prende a poco poco piede grazie alla fantasiosa ritmica delle chitarre che si intrecciano a vortice l’una con l’altra lasciando un effetto sorprendete; lead guitars di elevato pregio. “8 Beers After” partenza incredibile con andature che ci ricordano i Motorhead; singolare, nel corso dell’ascolto, l’incredibile variazione fantasiosa della ritmica; “The Wolves are Getting Hungry”, brano che prende il nome dell’album, dall’andatura avvolgente, in grado di assumere di volta in volta connotati e ritmiche in costante variazione che non conosce modalità in stasi o piattezza; si conclude con “Hyades”, brano già noto, ma riproposto in una nuova versione mutata in alcuni tratti di batteria e ritmiche assolutamente percettibili avvicinando l’ascolto della vecchia con la nuova rivisitazione. Un album pregno di personalità sia nel sound e che nelle ritmiche ben congeniate da professionisti e non certo da dilettanti; ad avviso di chi scrive il lavoro può rappresentare una sorta di vademecum per moltissime band che tentano, spesso vanamente, di cimentarsi in ruoli che poi difficilmente riescono a ricoprire a causa di una scarsa preparazione musicale o per conclamata impersonalità. Questi ragazzi hanno fatto poker, se potete, non fatevi scappare questo singolare capolavoro.

Track by Track
  1. The Economist 95
  2. Ignorance is no Excuse 95
  3. The Decay of Humankind 95
  4. The Apostles of War 95
  5. The Great Lie Oxis 100
  6. Heavier Than Shit 100
  7. Sing This Rhyme 95
  8. 8 Beers After 95
  9. The Wolves Are Getting Hungry 95
  10. Hyades 90
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 90
  • Originalità: 90
  • Tecnica: 100
Giudizio Finale
95

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 17.06.2015. Articolo letto 3195 volte.

 

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