Myrah «Until The End of Time» [2015]
Recensione
Gli Svedesi Myrah presentano il loro terzo album intitolato “Until the End of Time” attraverso un’alternanza e una varietà di suoni in grado di offrire atmosfere prevalentemente melodiche che si alternano ad altrettanti contesti proposti con un oscuro Gothic Metal che ricorda facilmente i 69 Eyes ma anche i Sister of Mercy. Il quintetto svedese esegue compiutamente gli undici brani sprigionando dalla loro musicalità dai tratti nitidi e assolutamente pacati un insieme di emozioni che vengono in maniera quasi magnetica assorbiti dall’ascoltatore. La parte cantata è molto espressiva al punto da collimarsi in maniera ottimale nella dinamica del sound, i distorti sono puliti e le ritmiche ricordano in alcuni tratti anche sonorità appartenenti ai primi Paradise Lost. Ciò che assume particolare nota sono i passaggi da contesti ritmici caratterizanti il Gothic Metal a contesti e ad ambientazioni in modalità acustica che risultano sempre assolutamente coinvolgenti anche grazie al lavoro del synth. Il platter apre con “ Taken” dall’intro proposto con un motivo molto tagliente che anticipa un moderato andamento melodico che caratterizza per la maggiore l’intero brano; segue “My Angel” dall’intro in acustico accompagnato da sonorità in synth e relativi distorti che anticipano una parte cantata nitida ma con tonalità oscure che si alternano ad una successiva ritmica movimentata; “I Lied” brano dall’intro acustico profondo che anticipa una classica andatura Gothic Metal dalle sonorità decisamente moderate e ricca di armonici; un intro in Synth e il successivo andamento moderato in Metal rappresenta la caratteristica di “Into Oblivion” un brano che, tutto sommato, appare anche molto orecchiabile nel motivo. Si prosegue l’ascolto con “Get My Liv” dall’intro in arpeggio con accompagnamento in synth contornato da un cantato molto espressivo e da un’andatura che si alterna anche in questo caso in lento e moderato. Si ritorna al Gothic con distorti e relativa andatura moderata con “She rides the Night”; si continua il successivi brani “Addicted to Darkness” e “The Storm” che caratterizzano appieno lo stile della band tra alternanze ritmiche in Gothic proposte con distorti semplici e ritmiche moderate e lente; anche i restanti brani “A Shadow Screams My Name” appare un ottimo concentrato di espressività sia canoro che ritmico, “Until the end of time” dal lungo intro quasi a trasportare l’ascoltatore su una dimensione surreale per poi avvolgerlo con sonorità Gothic e relativa espressività canora; conclude il lavoro lo strumentale acustico “Vandrig I Ensamheten” dai tratti quasi magici. Il disco appare nel complesso un prodotto prevalentemente destinato agli amanti del Gothic Metal e del Metal semplice restando ben uniforme al genere senza mai introdurre elementi dissuasivi che avrebbero potuto alterarne il buon risultato.
Track by Track
- Taken 70
- My Angel 65
- I Lied 70
- Into Oblivion 70
- Ge Mig Liv 60
- She Rides The Night 70
- Addicted to Darkness 65
- The Storm 70
- A Shadow Scream my Name 70
- Until the End of Time 75
- Vandring I Ensamheten 80
- S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
70Recensione di Wolverine pubblicata il 11.07.2015. Articolo letto 1614 volte.
Articoli Correlati
Recensioni
- Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
- Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
- Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
- Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.