Nightmare Slave «No Land for Heroes» [2014]
Nightmare Slave
Titolo:
No Land for Heroes
Nazione:
Italia
Formazione:
- Andrea Bertazzo :: Vocals;
- Riccardo Cavallin :: Guitar;
- Elhadj Sow :: Guitar;
- Riccardo Marconato :: Bass;
- Alessio Libralon :: Drums;
Genere:
Melodic-Groove Death Metal
Durata:
52' 15"
Formato:
CD
2014
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
Dopo un demo datato 2009 ed un nuovo rimpasto all’interno della line up i veneti Nightmare Slave presentano questo primo album intitolato “ No land for Heroes” rivelandoci anche la loro innata passione per i fumetti attraverso un energetico Groove Melodic Death Metal. Effettivamente questo dodici tracce che può anche definirsi una sorta di concept album, propone delle sonorità e delle ritmiche tendenzialmente claustrofobiche e opprimenti che ben si presentano con l’ambientazione dell’album e che, come si evince dalla stesso artwork, ben si adattano ad una natura quasi conflittuale; effettivamente dallo stesso ben si percepisce un contesto post conflittuale che decreta sempre la vittoria del più forte nei confronti del più debole. Dall’ascolto del full lenght appaiono sonorità e ritmiche ben strutturate che riportano un po’ alla mente sia Dark Tranquillity che i Lamb of God maggiorati dal supporto di alcuni lead solo estremizzati al punto da ricordarci vagamente e lontanamente un po’ il Trey Azagthoth’s style. Dopo un intro “616 Burns” poco appariscente, parte il primo brano intitolato “Till the End” dall’inizio ritmato in maniera non esagerata e dall’andatura che nel complesso rimane abbastanza circoscritta; il successivo “Jailed pt. 1” ricorda ritmiche alla Lamb of God che offrono refrain di chitarra non troppo fantasiosi mentre il cantato generosamente si propone in un growl che tutto sommato non dispiace; l’ascolto prosegue con i successivi “Chosen Sun” e “Dissonance” il primo con un intro armonico in grado di innescare un’andatura che appare strutturata in maniera soddisfacente mentre il secondo propone un andamento melodico con un discreto lavoro di ritmica; “Corpse in a Closet” parte in maniera ben movimentata successivamente rabbonito da un arpeggio che lascia riprendere un po’ il fiato; “Osteogenesis Imperfecta” brano strumentale che parte con un arpeggio rielaborato su note che ricordano i Testament in “A Dirge” su live at Fillmore poi unito dall’inserimento del piano; è poi la volta di “Fracture” dalla ritmica forse un po’ troppo esasperata dall’esecuzione della doppia cassa, che anticipa la successiva “Shade of the tall one” dall’intro proposto con un riff corposo e irruento che lascia il brano sempre sullo stesso livello senza troppa fantasia; prosegue l’ascolto con “Black September” brano dall’intro armonico ben fatto e dal successivo sviluppo dinamico il giusto. Gli ultimi due brani “Jailed pt. 2” e “Villain’s dream” proposti il primo con l’oramai nota andatura dinamica e coinvolgente e il secondo strumentale semi ipnotico alternato tra acustico e distorto, chiudono questo album che nel complesso dimostra la capacità musicale della band di avere adottato uno stile personale che, senza l’ombra di dubbio, potrebbe sicuramente e con un po’ più di fantasia, aumentarne e evidenziarne maggiormente le capacità.
Track by Track
- 616 Burns 50
- Till the End 60
- Jailed pt. 1 65
- Chosen Sun 65
- Dissonance 65
- Corpse in a Closet 65
- Osteogenesis Imperfecta 55
- Fracture 55
- Shade of the tall one 60
- Black September 70
- Jailed pt. 2 65
- Villain’s dream 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 65
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
63Recensione di Wolverine pubblicata il 31.07.2015. Articolo letto 1728 volte.
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