Trinakrius «Introspectum» [2015]

Trinakrius «Introspectum» | MetalWave.it Recensioni

Autore:
Dust »

Recensione Pubblicata il:
20.10.2015

Band:
Trinakrius

Titolo:
Introspectum

Nazione:
Italia

Formazione:
Francesco Chiazzese – vocals
Claudio Florio – drums
Valerio Frosini – guitars
Ivan Bologna - bass

Genere:
Doom Heavy Metal

Durata:
40' 48"

Formato:
CD

Data di Uscita:
02.10.2015

Etichetta:
Pitch Black Records

Distribuzione:
---

Agenzia di Promozione:
Audacious PR

Recensione

Formati a Palermo nel 1995, il che li porta di sicuro ad essere una delle band più longeve della scena, i TRINAKRIUS festeggiano due decadi di attività con il loro nuovo album “Introspectum”, in uscita ad ottobre 2015 per Pitch Black Records. La band non ha bisogno di molte presentazioni, avendo già alle spalle ben tre album, innumerevoli presenze live e un’esperienza, almeno sulla carta, che pochi altri posso vantare; il genere che propongono ha alla base un Heavy Metal classico, con interpretazioni che partono da “DIO”, aggiungendo elementi Doom in pieno stile Black Sabbath e Cadelmass. Le influenze non si fermano qui, infatti spesso possiamo ascoltare cavalcate alla Iron Maiden e digressioni vocali che abbracciano elementi classici e più moderne interpretazioni.
Proprio la voce è il punto forte di questo nuovo disco, sempre ricca di variazioni, dinamica e priva di banali scimmiottamenti (rischio sempre presente nel genere). Ovviamente la linea vocale è ben supportata da un song writing efficace, con ritmiche precise e dirette, anche se ogni tanto si sente un’eccessiva semplicità delle strutture. Purtroppo, le linee melodiche sono un po’ troppo semplici, lasciando spesso i pezzi vuoti e poco incisivi: l’aggiunta di seconde parti di chitarra e in generale una sezione melodica più articolata avrebbe aiutato molto nella riuscita del lavoro.
La produzione allo stesso modo, presenta alti e bassi; i suoni proposti sono molto belli e quasi sempre ben mixati con una ottima riuscita delle voci e delle chitarre in particolare; purtroppo lo stesso non si può dire della batteria che a mio avviso propone suoni troppo moderni che cozzano con lo stile, oltre ad un’esecuzione troppo “sul metronomo”, di sicuro è una nota tecnica notevole, ma fa perdere groove ai brani, cosa che invece dei leggeri appoggi sul tempo avrebbero di sicuro tirato fuori qualcosa in più.
Non è così semplice dare un parere su questo Introspectum, è un disco ben strutturato e composto, suonato bene ma con poca attenzione ad elementi cruciali, aspetto che in una band con 20 anni di attività dovrebbe avere ormai impresso nel DNA, ma che in questo caso faticano ad emergere.