Il Vuoto «Weakness» [2015]

Il Vuoto «Weakness» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
21.10.2015

 

Visualizzazioni:
1059

 

Band:
Il Vuoto
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Titolo:
Weakness

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Matteo Gruppi :: All Instruments;

 

Genere:
Funeral Doom Metal / Drone

 

Durata:
45' 2"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
20.08.2015

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Against PR
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Recensione

Maledettamente superlativo è questo lavoro della one man band Il Vuoto intitolato “Weakness” che ci fa assaporare il senso dell’inquietudine e della depressione interiore allo stato puro grazie alle sue sonorità doom miste ad un black metal. Il sound si propone in alcuni brani in modalità ronzio caratteristico del black, ma le andature sono quelle funeral doom; anche la parte cantata è offerta in un growl dagli effetti magnetici e cavernicoli in grado di farci apprezzare questo lavoro nella sua completezza. L’artista lascia sostanzialmente assaporare appieno quel clima desolante, raramente spinto e ritmato che tende prevalentemente al riflessivo. I sette brani realizzati appaiono in alcuni passaggi rarefatti, quasi a delineare una sorta di linea di demarcazione tra la vita e la morte; l’effetto descritto si rispecchia nel primo dei sette brani del platter intitolato “And Night Devours Me” che, con i suoi dieci minuti, lascia ben trasparire quella sensazione depressa e malinconica che l’artista vuole trasmettere attraverso sonorità distorte, in contesti funeral e drone; l’effetto non si allontana dal successivo “The Haervest” dove a prevalere è la lentezza funerea offerta in distorto doom, modalità ronzio, unificata al growl, che genera un effetto al limiti del diabolico; l’arpeggio introduttivo del successivo “Sea of Emptiness”, ai limiti del toccante, accompagnato da un motivo distorto e da un lamento semi parlato espresso in gutturale delineano l’estrema sensibilità dell’artista nella tematica trattata; il brano chiude con un arpeggio unificato ad un lead solo acustico lento ed efficace; l’ascolto continua con “And Night Took Her” dove un intro lento in pianoforte malinconico apre a scenari surreali che unificato al suono del violino trasmettono quella sorta di collegamento tra un mondo passato e un mondo reale che contemporaneamente non a alcun colore ma è solo grigio e oscuro. “Through Mirrow I Saw the Gost of Me” si presenta nuovamente in arpeggio appoggiato da un canoro corale depressivo che fa da sfondo alla sensazione che l’artista trasmette; il suono della ritmica è praticamente lentissimo, c’è una lontanissima e quasi inesistente drum machine che tende a sorreggere l’intera musica; con “I Essence of Nothingness”, secondo lungo brano più lungo del disco si assiste ad un suono logorante lento, con un distorto lacerato e una ritmica quasi a risultare pesante e straziante che lascia poi spazio ad un arpeggio che anticipa il conclusivo strumentale “Closure XVII” dove un coro funereo da chiesa e un arpeggio annesso su base classica alternata segnano la conclusione di un’opera significativamente personale capace di trasmettere innumerevoli sensazioni.

Track by Track
  1. And Night Devours Me 80
  2. The Haervest 85
  3. Sea of Emptiness 90
  4. And Night Took Her 80
  5. Through Mirrow I Saw the Gost of Me 85
  6. I Essence of Nothingness 85
  7. Closure XVII 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
83

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 21.10.2015. Articolo letto 1059 volte.

 

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