John Doe's Bastard Family «Quei Gravi Ragazzi» [2015]

John Doe's Bastard Family «Quei Gravi Ragazzi» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
09.11.2015

 

Visualizzazioni:
925

 

Band:
John Doe's Bastard Family
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Titolo:
Quei Gravi Ragazzi

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Vale :: Drums
Dani :: Bass, vox
Paggio :: Vox
Ste :: Guitar
Poldo :: Vox

 

Genere:
Crossover / Nu Metal / Hip hop

 

Durata:
24' 44"

 

Formato:
EP

 

Data di Uscita:
2015

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Simpatico ma anche un po’ fine a sé stesso questo EP dei Torinesi John Doe’s Bastard Family, che con “Quei Gravi Ragazzi” provano a ravvivare un genere musicale perlopiù desueto, come può essere quello del nu metal. Il risultato, semplicemente, è un EP di quasi 25 minuti facile da ascoltare e volendo anche godibile, ma non senza difetti.
Principalmente, infatti, è l’aspetto sonoro che zavorra questa band, con una voce che durante i ritornelli non ha dei cori o qualcosa che li rendano più pompati e coinvolgenti, per non parlare della voce urlata che onestamente non è niente di che, e a tratti (come nel ritornello di “Open Bar”) mostra cali di intensità vistosi. Ma se la qualità sonora esalta poco le composizioni delle bands, la qualità musicale segue quasi sempre questa regola: bene nelle strofe, in calo nei ritornelli. Nei ritornelli servirebbe l’idea vincente, quella cosa che ti stampa in mente il brano, e che invece io qui non ci sento più di tanto; per fortuna a questo ci mette una pezza la chitarra, che con certi riffs e volumi udibili riesce a sostenere le canzoni, ma anche qui la qualità è altalenante, buona nei riffs di “This is my blood” e poco efficace nella corta “Bipolare” o all’inizio di “Giungla d’asfalto”.
L’unico brano veramente positivo è “John Dojo”: qui sì che si riesce a sentire quella marcia in più nel ritornello, i testi sono qualcosa di divertente, e il lavoro del cantante è ben fatto. Magari manca un assolo vero e proprio, ma per ora può andare bene così.
Insomma: un brano riuscito del tutto e altri riusciti un po’ così così. Qui è una questione del fatto che i John Doe non sono una band brutta né bella, semplicemente è l’inizio per loro, e l’ascolto di “Quei Gravi Ragazzi”, pur se divertente, tende anche ad essere qualcosa che non smuove più di tanto l’underground e pertanto l’acquisto dell’album è consigliato più che altro ai fans di questo genere, se ne esistono ancora. Vediamo con la prossima release cosa sanno fare.

Track by Track
  1. Intro S.V.
  2. This is my blood 65
  3. Open Bar 60
  4. Giungla d’asfalto 60
  5. Olined 60
  6. John Dojo 70
  7. Bipolare 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
64

 

Recensione di Snarl pubblicata il 09.11.2015. Articolo letto 925 volte.

 

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