Organ «Tetro» [2015]

Organ «Tetro» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
15.11.2015

 

Visualizzazioni:
1060

 

Band:
Organ
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Titolo:
Tetro

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Alessandro Brun :: Guitar, Vocals;
- Luca Rizzardi :: Guitar, Vocals;
- Alessandro De Pellegrin :: Bass;
- Giulio Fabbro :: Drums;

 

Genere:
Horror Doom

 

Durata:
33' 31"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
09.09.2015

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Un genere cupo è questo offertoci dai bellunesi Organ che su base doom horror danno vita a questo Ep di cinque tracce intitolato “Tetro” che assume anche connotati in un certo senso significativamente sperimentali con l’inserimento di contesti effettistici vocali quasi in modalità stoner, ambient, post metal; le andature, come da manuale nel contesto doom, si presentano lente e affrontate con accordatura decisamente bassa, all’interno delle quali, di tanto in tanto, si assiste all’inserimento di qualche refrain di chitarra eseguito in modalità distorta assolutamente tetra e orrificante. Il primo dei cinque brani è “Slave Ship”, un brano colloso quanto basta, con sonorità nebbiose e uniformi supportate da un effetto vocale quasi impercettibile che si identifica in una sorta di rumore in sottofondo; il successivo “Witch House” apre con un intro di chitarra sempre effettato coperto di seguito dai distorti realizzati con il medesimo motivo che non offre poi troppi spazi di fantasia nella sua genesi strutturale; anche il successivo “Kholat Syakhl” lascia a mala pena percepire nella parte introduttiva il motivo di apertura invaso da un rumore di sottofondo e dalla voce clean effettata con una modalità oltretomba per poi persistere nella stessa andatura; “Hal” è il brano più corto del lavoro ma realizzato senza batteria e distorti incisivi, può essere considerato come un sottofondo tenebroso, perverso, meravigliosamente d’effetto che si sussegue sempre più in un crescendo inquietante; un intro di chitarra quasi orientaleggiante è quello offertoci dall’ultimo brano strumentale intitolato “Enuma Anu Enlil” dove un supporto di batteria all’esecuzione strumentale decreta un nuovo effetto quasi ipnotico che improvvisamente lascia prendere corpo all’inserimento dei distorti di chitarra che conducono all’andatura doom caratteristica dove si inserisce un ipnotico lead di chitarra agonizzante quanto basta. Il disco nonostante l’inserimento di contesti stoner, ambient ed horror, pur essendo apprezzabile nel contenuto, non si discosta poi troppo dal classico doom a cui siamo abituati.

Track by Track
  1. Slave Ship 60
  2. Witch House 55
  3. Kholat Syakhl 65
  4. Hal 80
  5. Enuma Anu Enlil 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 60
  • Qualità Artwork: 60
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 60
Giudizio Finale
64

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 15.11.2015. Articolo letto 1060 volte.

 

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