Nocturnal Degrade «The Dying Beauty» [2015]

Nocturnal Degrade «The Dying Beauty» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
23.11.2015

 

Visualizzazioni:
1151

 

Band:
Nocturnal Degrade
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Titolo:
The Dying Beauty

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Cold :: All Instruments, Music & Lyrics.
- Manuele Frau (M.VII.F.) :: batteria

 

Genere:
Depressive Black Metal / Ambient

 

Durata:
36' 38"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2015

 

Etichetta:
Self Mutilation Services
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Metaversus - Press & Promo
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Recensione

I Nucturnal Degrade è una one man band capitanata da Cold, artista che in questo full lenght intitolato “The Dying Beauty”, si cimenta nell’utilizzo di tutta la strumentazione necessaria per la realizzazione del lavoro. La band ha visto la prima volta la luce a cavallo tra il 2006 e il 2008 e nel corso del tempo ha realizzato un demo e due full lenght siglati il primo nel 2010 e un secondo nel 2014. La forte passione dell’artista e l’apertura di un proprio studio di registrazione a Roma lo incentivano sempre più sino a dare alla luce a questo ultimissimo lavoro. Sostanzialmente le ispirazioni stilistiche dell’artista sono rivolte ad un black metal d’annata volto ad un concetto di intimismo captato da Burzum e dalla musicalità dei Darkthrone da dove vengono colti quegli elementi di passione, dolore, decadenza e morte che contraddistinguono prevalentemente il suo sound. I sei brani racchiusi in questo lavoro, oltre alle classiche andature spigolose del black metal, si materializzano attraverso l’inserimento di elementi ambient, dark con la tendenza costante al decadentismo e alla forsennata passione per le tenebre. Il primo dei brani “Consequence”, nel corso degli otto minuti di durata, inizialmente lascia un po’ a desiderare a causa del ronzio della chitarra che tende quasi a prevalere sull’andatura del brano rendendo il tutto troppo asettico e quasi nebbioso; nella seconda parte le cose mutano lasciando spazio ad un motivo eseguito nitidamente con il distorto che pone il brano, sino alla sua conclusione, su una direzione maggiormente apprezzabile; il successivo “In December” apre con la caratteristica andatura tirata ma a causa della registrazione probabilmente non ottimale il suono della batteria rimane troppo indietro e diventa quasi impercettibile; anche in questo caso la seconda parte del brano si rileva con un accompagnamento acustico con effetto che lo trasforma rendendolo anche con il successivo inserimento della ritmica maggiormente espressivo. L’ascolto prosegue con “Of My Soul and the Macrocosm” dove ci troviamo questa volta alla prese con l’elettronica ambient che prevale su un percettibile motivo di synth trascendentale che in definitiva rimane un po’ a sé generando un ascolto complessivamente non troppo creativo. “Iceberg of Memory” apre nuovamente con il marcato ronzio della chitarra ben eseguito ma che prevale ancora una volta sulla ritmica della batteria rendendo il tutto poco comprensibile; ottima l’esecuzione canora del brano dove l’artista è totalmente espressivo e toccante; il brano nella seconda parte assume un cambio di rotta su cui si pone un arpeggio quasi malinconico e nitido dove una ritmica moderata lascia cullare l’ascolto sino alla fine. Con “The Dying Beaty” si assiste ad una inedita proposizione del black metal in versione introduttiva quasi rock che pur assumendo un diverso connotato nella seconda parte rimane tagliente e incisiva. “Celeste (Pale Blue Ocean)” vede la partecipazione e realizzazione del brano da parte di Gianni Pedretti (Neronia, Colloquio) brano strumentale in synth con note prolungate dall’effetto magnetico assolutamente toccanti. Il disco, pur avendo delle buone idee, rimane poco toccante soprattutto a causa di una non ottimale registrazione cagionata da una forse non corretta calibratura di quegli strumenti ritenuti fondamentali per questo genere quali la drum, che in corso dell’ascolto, in alcuni casi, ne rendono a fatica la presenza.

Track by Track
  1. Consquence 55
  2. In December 55
  3. Of My Soul and the Macrocosm 50
  4. Iceberg of Memory 50
  5. The Dying Beaty 55
  6. Celeste (Pale Blue Ocean) 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 50
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 50
Giudizio Finale
57

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 23.11.2015. Articolo letto 1151 volte.

 

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