Psychotomy «Antimonia» [2015]
Recensione
Sarà che recentemente è tornato di moda riproporre un po’ il vecchio sound delle storiche band che hanno caratterizzato sia il Death che il Thrash Metal degli anni ’90 e i veneziani Pshycothomy ce la mettono indubbiamente tutta con questo lavoro intitolato “Antimonia” ispirandosi a band quali Napalm Death, Incantation, Asphyx, Morbid Angel e quant’altro ricavando complessivamente un sound aggressivo e ritmiche martellanti. La formazione a tre componenti vede due donne, Nene e Lori alle chitarre, quest’ultima esercitando anche una discreta performance canora in puro growl, e Marco in duplice veste di batterista e bassista. Nel corso dell’ascolto dei dieci brani racchiusi nel full lenght purtroppo si assiste alla mancanza di nitidezza del sound; sembra che il lavoro sia stato registrato vent’anni fa su nastro! E’ vero che l’ispirazione è orientata verso band di stampo mondiale e l’effetto si sente, ma sicuramente si sarebbe potuta curare un po’ di più la parte registrata e magari il mixaggio cercando di estrapolare integralmente e al meglio la capacità della band. Tutta l’esecuzione sembra risultare un po’ offuscata quasi a mascherare l’operato e la tecnica che in definitiva, seppur non troppo definita, c’è e resta d’impatto. Al di là dell’intro “Antimonia”, una sorta di dialogo e basta che si ripropone anche sul secondo brano, “The Workship of Contempt”, questa volta supportato su di una rimica lentissima e un accompagnamento distorto su accordatura estremamente bassa che successivamente prende avvio in modalità spinta e che complessivamente, seppur ricordandoci i Napalm Death di Harmony Corruption, al di là dei vari cambiamenti ritmici, rimane un po’ a sé. Il successivo “Reprieve” presenta una brutale grinta della parte cantata che probabilmente a causa di qualche effetto elettronico che ne compromette la naturalezza sembra risultare eccessivamente sincopata; la parte ritmica in ogni caso è estremamente spinta e colma di variazioni; “The Primeval Inoculation” anche in questo caso è ammirevole l’inventiva della band nella realizzazione delle parti strumentali e canore che, dopo svariati ascolti, non sembrano essere completamente nitide; “No guilt no Loss” potente ed aggressiva con numerosi refrain di chitarra non è in grado di offrire l’effetto desiderato sull’ascolto; stessa cosa accade anche per i successivi brani dove, lo ripetiamo, va premiata la capacità della band, l’estro e l’impegno manifestato che purtroppo pare, purtroppo, non poter emergere come dovuto probabilmente a causa di non ottimale cura del sound e della relativa produzione.
Track by Track
- Antimonia S.V.
- The Worship of Contempt 50
- Reprevie 50
- Neglected Entropy 55
- The Primaval Inoculation 60
- No Guilt no Less 50
- In Dissolution 55
- Reticence 50
- Epidemic Cerebral Sterility 55
- Resurrection 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 45
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 60
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
56Recensione di Wolverine pubblicata il 23.11.2015. Articolo letto 1967 volte.
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