John Dallas «Wild Life» [2015]
Recensione
John Dallas, all’anagrafe bolognese Luca Stanziani, dopo aver dedicato buona parte della propria vita alla musica e ad aver militato in numerose band di matrice hard rock, fa pressare questo suo primo lavoro da solista intitolato “Wild Life” uscito per la Street Symphonies Records dando prova della propria indiscussa esperienza come autore e come compositore rock. Il lavoro è composto da nove brani tutti di componente hard rock fresca e aggiornata ai tempi moderni, insomma un lavoro completo e pieno di esperienza che John ha voluto trasmettere riuscendo pienamente nell’intento e traendo ispirazione anche da band orami appartenenti al passato. Le andature sono sempre tendenzialmente di matrice hard rock e in alcuni casi ben si percepisce l’influenza di artisti quali Jon Bon Jovi, Poison, Queensryche e quant’altro. Il disco apre con un brano “Under Control” con andature un po’ alla Bon Jovi, per l’appunto, facendo dello stesso una piacevole ballata tra andature in chiave rock, assoli brevi e fantasiosi; è poi la volta di “Heaven Is”, uno dei brani più belli del platter dall’apertura generata in un potente riff e andatura hard rock abbellita dallo splendido e orecchiabilissimo ritornello. Segue l’ascolto con “Falling”, brano dall’inizio pacato ma ben presto inasprito da un buon Hard Rock poi capeggiato da una ritmica moderata. “Wild Life” è un buon rock con tratti accattivanti e con una ritmica dinamica e coinvolgente; il successivo “Dreamin’on” rappresenta una ancora una volta la buona vena artistica dell’autore con un rock che dà prova che l’autore non intende affatto abbassare i toni. “Electric” apre con una andatura un po’ malinconica che lascia poi spazio al rock più amato dall’artista. “Freedom” un intro acustico culla l’ascoltatore trascinandolo in un’atmosfera quasi country che, senza distorti, genera anche in questo caso, un piacevole risultato. “Psycho Game” apre con un intro sempre con ispirazione alla Bon Jovi dove questa volta ad avere un ottimo esito è la parte cantata che mostra tutte le proprie doti al completo. Chiude il disco “Love’s Fake”, brano più tendente al Metal proiettato nelle moderne ritmiche sincopate che in definitiva rivelano anche un ruolo canoro più impegnativo per John. Il disco prova l’indiscussa capacità dell’autore e la sua altrettanta bravura nel contesto hard rock; un lavoro che più si ascolta e più piace.
Track by Track
- Under Control 75
- Heaven Is 85
- Falling 75
- Wild Life 75
- Dreamin'on 75
- Electric 75
- Freedom 75
- Psycho Game 75
- Love's Fake 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 75
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
74Recensione di Wolverine pubblicata il 09.12.2015. Articolo letto 1719 volte.
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