Mad Hornet «Would You Like Something Fresh?» [2015]
Recensione
I pugliesi Mad Hornet vogliono farci riassaporare con il loro ultimo album intitolato “Would you like something fresh?” quell’hard rock dal sapore hair glam anni ’80 che ci fa tornare molto volentieri indietro nel tempo portandoci alla mente quelle armonie che ci ricordano un po’ le playmate di un tempo e le corse sfrenate nel deserto polveroso a bordo di una fuoriserie americana anni ’70. Indubbiamente questa band con le proprie melodie e i riff intriganti fa facilmente ricordare band quali XYZ, Bon jovi e Van Halen riuscendo indiscutibilmente a dare anche una soddisfacente impressione delle proprie capacità. Dopo la battuta dell’intro “Would you like something fresh” la band presenta il primo brano del platter “Your Body Talks”, un hard rock d’altri tempi con cantato espressivo, ritmica moderata e chitarra dinamica al punto giusto; il successivo “Dyin’ Love” apre su un motivo proposto in maniera molto soffusa dove poi si culla una ritmica pacata che dà posto, ancora una volta, al timbro canoro dai tratti romantici; “Blue Blood” presenta un’andatura piena e confortevole su una robusta base rock che tende ad aumentare la sua robustezza sempre più; l’ascolto prosegue con “Free Rock Machine” un brano che non tarda a far sentire l’impronta Van Halen nella genesi e nella ritmica del brano; la successiva “Game of Death” ha invece una struttura base più dinamica rispetto ai precedenti brani mentre “Rise N’ Do It” ha sempre un’andatura ritmica anni ’80 molto accattivante, dove la chitarra rappresenta sempre un ruolo cardine sull’intero brano; non è da meno anche la successiva “Walking with you (in the afternoon)”con un inizio un po’ dai tratti oscuri ma che ben presto mostra la sua forza anche grazie al buon ritornello. Il successivo brano “Pink Pants School” dall’atmosfera gioviale a cui è impossibile resistere grazie alla sua frizzante ritmica; è poi la volta di “What is Love” brano tormentone degli Haddaway dell’estate ’93 rivisitata dalla band che lascia sempre un certo fascino legato al passato; “Roses Under the Rain” ballata rock prevalentemente moderata di oltre sette minuti che chiude il platter in maniera assolutamente serena. Il disco, al di là di qualche piccola imperfezione musicale che non gli attribuisce la perfezione, offre nel complesso una discreta e piacevole musicalità che ne decreta in ogni caso il pieno apprezzamento.
Track by Track
- Would you like something fresh? S.V.
- Your Body Talks 70
- Dyin'Love 65
- Blue Blood 65
- Free Rock Machines 70
- Game of Death 65
- Raise 'N' Do It 70
- Walking with You (in the afternoon) 70
- Pink Pants School 75
- What is Love 60
- Roses Under the Rain 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 65
- Tecnica: 65
Giudizio Finale
67Recensione di Wolverine pubblicata il 15.12.2015. Articolo letto 2196 volte.
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