HUMM «Sanctuary» [2015]
HUMM
Titolo:
Sanctuary
Nazione:
Italia
Formazione:
- Fabio Gatto :: Vocals, Guitars, Bass, Drums programming, Synthesizers;
Genere:
Post Black Metal
Durata:
54' 24"
Formato:
CD
25.09.2015
Etichetta:
Autoproduzione
Distribuzione:
---
Agenzia di Promozione:
---
Recensione
One man band questa di Humm, con la quale l’ autore pone in essere le sue abili doti forgiando un post black metal dai tratti piuttosto hard rock che black ma che tutto sommato non ne pregiudicano affatto la realizzazione. L’artista sostanzialmente dimostra una indiscussa preparazione musicale, viste anche le sue abili doti nell’assemblare la soddisfacente musicalità realizzata da elementi prevalentemente psichedelici oltre che oscuri e laceranti; l’elettronica indubbiamente fa la sua parte in questo platter ma non per questo il lavoro merita declassamento. Le tematiche affrontate ruotano intorno a contesti mitologico religiosi che ben si amalgamano con il contesto musicale. Il sound si rileva vario nel suo genere, nel corso dell’ascolto dei brani, che tra l’altro sono di varia durata, non si assiste mai a contesti monotoni ma a continue e repentine variazioni che apportano una certa sinergia all’intero lavoro; anche la parte cantata, pur rimanendo prevalentemente incentrata su toni rauchi e sporchi, tende in alcuni brani ad assumere ruoli diversi dimostrandosi anche ai limiti del nitido. Dopo un intro strumentale “These Woods are Make Believe” prende corpo il lavoro con “He Sank into the scented undergrowth” dall’apertura sempre strumentale ma con un dinamismo che assume variabili dinamiche tendenti a distaccarsi dal post black metal per abbracciare anche contesti death che a tratti ci ricordano un po’ gli Atrocity; “Ashen Blaze” si presenta con un distorto in arpeggio dai toni semi depressivi che mutano per assumere una musicalità quasi rock all’interno della quale la ritmica della batteria si presenta un po’ moderata e dove il cantato risulta quasi clean; il successivo “And So she Wanders” apre con un motivo quasi elettricamente disturbato su cui poi viene a svilupparsi una classica andatura post black metal realizzata con un sound di chitarra tagliente, un po’ a ronzio, e la voce che risulta sovrapposta in rauco e clean contemporaneamente; simpatico il motivo della chitarra che tende a spezzare e a dara variazione al brano; l’ascolto prosegue con il successivo “A Graveyard of Stars” un arpeggio pulito su cui si appoggia il synth anticipando un’andatura spinta in black metal che concede a metà brano un’altra pausa con l’arpeggio introduttivo seguito da un lead solo elementare ma efficace. “Engraved Stones” brano dai tratti prevalentemente elettronici successivamente con una ritmica offerta dalla drum machine forse un po’ troppo impostata; “Weeping Hermione” apre con un nuovo motivo di chitarra distorta che va a offrire una ritmica mista tra black e hard rock prevalentemente tendente sul secondo genere quasi a ricordarci per alcuni momenti un po’ i BLS; non troppo accattivante la parte cantata che con il gioco della sovrapposizione fa perdere l’identità effettiva dell’autore; “Bird of prey” di circa dieci minuti di durata che appare essere molto creativo sia per la moderatezza della ritmica che per l’esecuzione strumentale all’interno della quale si assiste anche ad una discreta performance di basso. Il disco nel complesso risulta discretamente riuscito anche se in alcuni momenti appare un po’ troppo impostato da un punto di vista ritmico; l’autore dà comunque prova di essere all’altezza della situazione sia musicalmente che anche a livello produttivo.
Track by Track
- These Woods are Make Believe 65
- He Sank into the scented undergrowth 70
- Ashen Blaze 70
- And So she Wanders 70
- A Graveyard of Stars 70
- Engraved Stones 60
- Weeping Hermione 55
- Bird of prey 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di Wolverine pubblicata il 17.12.2015. Articolo letto 917 volte.
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