WOWS «Aion» [2015]
Recensione
I veronesi Wows band formatasi nel 2008, presentano la loro creatura intitolata “Aion”, un mostro sonoro generato dall’unione di più generi musicali unificati quali lo Space, Alternative, Atmospheric, Doom; si tratta di un lavoro sostanzialmente composto da chitarre pesanti da basse frequenze oltre che da prevalenti atmosfere ed andature miste tra doom e post metal. Le atmosfere generate dal sound assumono l’aspetto di un ambient quasi post catastrofico dove la band riesce ben ad introdurre l’ascoltatore nella prospettiva prefissatasi; anche le andature, come sopra detto, non generano alcuna velocità ma solamente lasciano assaporare quel particolare sound che pur evidenziandosi per il suo genere, ricorda band quali Neurosis e Cult of Luna. Gli otto brani si articolano l’uno con l’altro lasciando sempre trapelare quella sorta di atmosfera quasi spettrale che ad ogni ascolto lascia sempre qualcosa in più da recepire ed assaporare nella sua particolare proposizione. Il primo degli otto brani è “Alexithymia” una brano dalle sonorità tutte ambient atmosferico spaziali quasi dai tratti sensazionali pronto ad anticipare “Chakpori” dove prende corpo una ritmica introduttiva di batteria e chitarra mista tra doom e post metal che poi va a incupirsi pur rimanendo sempre assolutamente espressiva ed alternata nella sua andatura; segue “Nemesi” che apre nuovamente con un introduzione alternative e post rock che stupisce anche grazie alla singolarità propositiva della parte cantata ben incentrata su elevati livelli di espressività che ben riesce a trasmettere il messaggio prefissatosi all’ascoltatore; non è da meno neanche il successivo “ Alaska” che apre con una sorta di gelido arpeggio di chitarra sempre effettato e realizzato su una bassa frequenza dove presto viene ad appoggiarsi una ritmica lenta che si ripercuote con varie proposizioni per tutto il brano; seguono poi “Path of Decay” e “Riwka” due brani particolarissimi, il primo uno strumentale intermedio ai limiti dell’ambient spettrale mentre il secondo nuovamente propositivo realizzato con una sorta di doom lentissimo di sola chitarra contornato da un’atmosfera quasi surreale realizzata dal synth e dove la parte vocale appare e scompare nella sua inequivoca espressività; “Hades” si propone più su un contesto alternative ma pur sempre ricco di elementi ambient particolarissimi tutti da ascoltare ed assaporare. Ultimo brano di circa un quarto d’ora di esecuzione è “Abraxas” introduttivamente generato su pause proposte su note di chitarra dove viene a poco a poco a strutturarsi e modellarsi una moderata musicalità sempre mista che spazia tra i generi sopra identificati. Il lavoro si rileva complesso ma singolare nel suo genere e richiede diversi ascolti per apprezzarne appieno la propria particolare genetica e l’altrettanto, valido sound.
Track by Track
- Alexithymia 80
- Chakpori 70
- Nemesi 70
- Alaska 75
- Path of Decay 80
- Riwka 70
- Hades 70
- Abraxas 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 75
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
74Recensione di Wolverine pubblicata il 31.12.2015. Articolo letto 1969 volte.
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