Fleshless «Devoured Beyond Recognition» [2015]
Recensione
I Cecoslovacchi Fleshless, all’attivo dal 1993 con numerosi full lenght alle spalle, ci presentano il loro ultimo “Devoured Beyond Recognition”, un melodico brutal death metal dal sound intensità e con andature cupe e strutturalmente aggressive nei contenuti pregni da un punto di vista ritmico di blast beats. L’aggressività d’altronde traspira anche dal contenuto dell’art cover del cd proposta un po’ sulle linee dei Cannibal Corpse più aggressivi ed è opera dell’artista cecoslovacco Jirka Lhota. Il full lenght si compone di tredici brani per quasi quaranta minuti di brutalità sia strumentale che vocale perfettamente realizzata su un cavernoso growls di vecchio stampo ma pur sempre efficacissimo. Non mancano in alcuni brani con lead solo non troppo elaborati ma intensi nei contenuti. Interessante nel platter la combinazione di melodie che spaziano da un regolare death metal all’inserimento di accelerazioni al limite dell’umano il tutto contorniato dall’estrema performance gutturale del cantante Vladimir. Dopo un “Intro” dal sapore tenebroso realizzato con musica classica, parte la carneficina con “Dead Never Dies” che apre il brano con un diabolico riff potente nei contenuti ma nello stesso tempo armonico che si unifica ad una accelerazione al limite del concepibile della drum; buono anche il lead solo della chitarra; con “Epitome of Malefice” si assiste con un’apertura decisamente potente ma dai tratti meno aggressivi rispetto al precedente brano, dove ammirevole è la parte ritmica delle due chitarre che risulta ben congeniata a supporto anche della performance di batteria. L’ascolto prosegue con il successivo “Manking Fall” che apre sempre con un riff dinamico e dai contenuti bassi per l’ accordatura gli strumenti; sempre potente anche l’andatura della batteria che risulta pregna di iniziative e di creatività; “Descend Into the Depths” offre una nuova andatura moderata ma estremamente aggressiva nella parte cantata; ritmica piacevole e lead solo eseguito correttamente; è poi la volta di “Deviant Sanctity” dall’apertura introduttiva con un effetto tenebroso dove scatta a molla all’improvviso un riff sgozzante che accende una ritmica dai toni estremamente travolgenti; “Noise Pt4” una sorta di intermezzo non fantasioso; “Spirit Deformed” apre nuovamente in accelerazione ma il buon lavoro ritmico delle chitarre rende il brano in numerosi punti estremamente accattivante oltre che armonico; “Human Insect” tirato a molla, si armonizza sulla linea strutturale dei precedenti brani; “Mind Eclipse” apre con un lead solo di chitarra armonico appoggiato su una base di batteria inizialmente moderata che improvvisamente prende corpo per travolgere i timpani dell’ascoltatore; segue “Divine Ruination” altro brano di entità strutturalmente simile ai precedenti e sempre devastante nei contenuti; “Devoured Beyon Reognition” apre con un intro strumentale senza l’attacco della drum dai contenuti quasi desolanti che ben presto vengono travolti da una ritmica ancora una volta accelerata ma fantasiosa delle sue proposizioni. Conclude un “Outro” strumentale come quello in apertura. Il lavoro è intenso nei contenuti, i meno abituati a ritmiche travolgenti come queste potranno trovare il lavoro noioso e inaudibile ma sostanzialmente i cecoslovacchi sono oramai una band ben collaudata e in grado di lasciare comunque il segno anche con questo nuovo, potente lavoro.
Track by Track
- Intro 65
- Dead Never Dies 70
- Epitome of Malefice 75
- Manking Fall 70
- Descend Into the Depths 70
- Deviant Sanctity 75
- Noise Pt 4 S.V.
- Spirit Deformed 70
- Human Insect 70
- Mind Eclipse 65
- Divine Ruinatin 70
- Devoured Beyond Recognition 70
- Outro 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 65
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
70Recensione di Wolverine pubblicata il 30.01.2016. Articolo letto 1579 volte.
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