Recensione

Cinque canzoni più intermezzo in neanche un quarto d’ora di musica per questo gruppo debuttante da Torino. E certo: i Chronotope fanno Crossover Hardcore con tocchi Post/HC, quindi la brevità dei brani ci può stare.
Ora, in 15 minuti questi ragazzi ci sanno far vedere di cosa sono capaci, visto che i brani sono cattivi, rabbiosi e con tempi a volte neanche tanto quadrati, che faranno la felicità di chi apprezza robe più alla Meshuggah, e per questo motivo brani come “Mistwave” o “Heavy rain” colpiscono bene il bersaglio, essendo queste delle canzoni classiche, ma invero incisive. Per questo motivo, “(un)Conscious” fa senz’altro notare degli ottimi spunti d’interesse che incuriosiscono, ma anche dei margini di miglioramento abbastanza evidenti, tra cui il fatto che con un minutaggio dei brani in genere di 2 minuti e mezzo, è difficile mettere insieme sia la rabbia hardcore che tocchi progressive e far funzionare tutto in così poco tempo. E infatti questo si sente: non è che i brani non funzionano, ma a volte, come nella quinta canzone, potevano e dovevano durare di più, e invece si sentono buone digressioni che restano un po’ non sfruttate, ma anche senza un ritornello vincente, e per questo il brano potrebbe risultare monocorde.
Essendo il primo sforzo discografico, un po’ d’immaturità ci può stare, ma i Chronotope, a parte l’impatto, devono capire se vogliono fare hardcore vecchio stampo o essere più post/HC. Aspettiamo comunque fiduciosi per il futuro.

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