Envenomed «Evil Unseen» [2015]
Recensione
Ristampa del primo album per gli Envenomed da Melbourne da parte della italianissima Punishment 18 (praticamente, gli antipodi), questo “Evil Unseen”, definito Melodic Thrash Metal e che condensa 10 canzoni più intro e traccia strumentale per 51 minuti di musica. Ora: se per “Melodic Thrash” intendete qualcosa tipo Megadeth, sappiate che qui non ci siete. Qui si parla fondamentalmente di metal moderno, molto tendente al metalcore, con voci pulite quasi sempre presenti, molti up tempos ma pochi tempi davvero veloci, e poche sparate thrash. Ne esce un disco decisamente per chi preferisce il metal moderno e sin da subito che poco ha a che fare con chi cerca delle cavalcate speed.
L’ascolto dell’album, tuttavia, si rivela un’esperienza buona ma non da ricordare. Questo perché nella prima metà dell’album, diciamo fino alla sesta canzone compresa, i brani sono molto la stessa cosa, tutti a battere chiodo su un solo tipo di musica senza altre influenze, e con le canzoni che inevitabilmente in qualche linea vocale tendono a somigliarsi un po’. Non è male, ma neanche qualcosa da ricordare. Fortunatamente la seconda parte dell’album concede più eterogeneità compositiva, e subito si fa notare una “Disobey the beast” decisamente più groove, addirittura con un ritornello quasi da band hardcore, mentre “The Shadowland” accelera un po’ e il brano diventa più tipicamente thrash, così come per “Demonocracy”, che però finisce in maniera repentina, e il tutto senza dimenticare qualche richiamo alla prima metà dell’album, come “Global deception”, anche se pure qui non mancano le battute a vuoto, come una “Mechanical Enemy” che non va oltre a un ripasso dello stile di Metallica e Pantera, nonché una certa conclusione alla veloce dei brani che potevano durare di più e che invece così hanno un certo senso di incompiuto.
Insomma: come un po’ di cd metal moderni, gli Envenomed mostrano le loro capacità senza esagerarle troppo, ma direi che ci sono troppe canzoni, un paio di filler, secondo me rimpiazzabili da più idee nei brani, e forse, come unico vero difetto, manca una vera e propria traccia da singolo.
Il giudizio finale rispecchia una band che potrebbe avere i numeri giusti per spaccare in Australia (pare che lì questo tipo di musica va alla grande), ma in Europa dovrà prima confrontarsi con qualche nome che usa più tecnica e meno melodia. Ciononostante, se il metal moderno è il vostro genere, provate a dargli un ascolto.
Track by Track
- Evil Unseen - Intro S.V.
- Will of man 70
- Spoils of victory 70
- Burn the sun 70
- Falling 65
- Within me 70
- Disobey the beast 75
- Mechanical enemy 55
- The shadowland 65
- Spirit machine 70
- Demonocracy 70
- Global deception 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 60
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
69Recensione di Snarl pubblicata il 25.02.2016. Articolo letto 1344 volte.
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