Genital Grinder «Abduction» [2016]
Recensione
Sulla scia del Death Metal sin dal 1991 i mantovani Genital Grinder portano alla luce il loro primo lavoro intitolato “Abduction” sotto l’egida dell’italiana Eyes of the Death Production sfornando un undici tracce comprensivo di due bonus tracks di ingente portata. In effetti l’ascolto del platter lascia assolutamente soddisfatti sotto diversi punti di vista a cominciare dall’incredibile compattezza del sound che il quintetto è in grado di generare a suon di riff taglienti e ritmica che in alcuni casi va ben oltre i classici blast beats; indubbiamente ciò che emerge dall’ascolto del lavoro è anche l’esperienza che questa band ha maturato nel corso degli anni e che ora può ben vantare sparando a cannone sulle orecchie degli amanti del genere un disco che in qualche modo rappresenta una sorta di rivincita a caldo. Da un punto di vista artistico la band è sostanzialmente orientata su andature che ricordano sin da subito band quali Cannibal Corpse, Malevolent Creation e anche Suffocation. Andature tendenzialmente sempre tirate, prive di piattezza, fantasiose e pregne di groove; le due chitarre offrono una buona dinamica anche se non brillano poi troppo da un punto di vista tecnico; la parte vocale si presenta in un growl alla Corpsegrind, denso e brutale che in alcuni brani offre un’ottima interpretazione in scream. La durata dei brani è più che corretta e non stanca mai l’ascoltatore che riesce ad apprezzarne compiutamente la creatività senza mai annoiarsi per monotonia o prolungamenti dal risultato inopportuno. Tra i brani merita ricordare “Ufo”, dove l’apertura lenta un po’ alla Bolt Thrower si trasforma e si alterna in una successiva mattanza sonora dall’esito incredibilmente accattivante; anche “Everybody Killing” dà un’ottima prova da un punto di vista di dinamica, riff al limite dell’impossibile come d’altronde la quasi sovraumana potenza sprigionata dietro le pelli; stessa cosa anche per “Call of Scarab” brano che assurge in qualche modo ad una sorta di ricerca compositiva maggiormente tecnica che nel bene o nel male riesce comunque a lasciare il segno sul destinatario. Il lavoro è ben fatto, la band, anche se non troppo tecnica, è comunque ben oltre l’altezza della situazione rispetto ad molte altre band; sono convinto che la band non ci farà aspettare un altro quarto si secolo prima di un altro buon lavoro come questo.
Track by Track
- Arise 70
- Red Scream 75
- Game Over 75
- Ufo 80
- Undead 70
- Start To Run 70
- Everybody Killing 75
- Terrifying Eviration 70
- Call of Scarab 80
- Serial Killer 70
- Trail 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 80
- Originalità: 75
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
74Recensione di Wolverine pubblicata il 27.02.2016. Articolo letto 933 volte.
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