The New Black «A Monster's Life» [2016]
Recensione
Provenienti da Würzburg in Germania, i The New Black, dopo le precedenti uscite tra cui il primo album omonimo e la doppia uscita “II:Better in Black” e “III: Cut Loose” tutte attentamente seguite dal sottoscritto già da tempo, ci propongono la loro quarta uscita “A Monster’s Life”, un album di Rock/Metal veramente massiccio.
Per chi non conoscesse la band, si parla appunto di Hard & Heavy Rock fin dalle origini, ma possiamo trovare una chiara evoluzione partendo da un rock più semplice e diretto, fino ad arrivare con questa ultima fatica ad un lavoro molto sofisticato e curato, decisamente più Heavy ma impreziosito da inserimenti elettronici appena percepibili che aumentano in maniera smisurata la caratura. Tanto per buttare due coordinate, immaginiamo i Nickelback di qualche indietro uniti ai Black Label Society: il risultato è veramente molto interessante e di livello assoluto. Una sorta di Black Stone Cherry sotto steroidi se vogliamo.
L’album parte forte, molto forte: i riff di chitarra sono macinati con potenza e prepotenza, la batteria propone tempi semplici da efficaci sui quali il basso stende un tappeto perfetto. In più, la voce di Fludid si pone perfettamente all’interpretazione di parti vocali sempre scorrevoli e di gran carattere; a mio avviso una delle migliori voci del genere attualmente in circolazione, big inclusi.
Dopo una partenza da Nascar, vengono proposti alcuni brani leggermente più soft, in cui spiccano intro acustici in stile Blues e tocchi Southern più accentuati, che permettono un ricamo più sofisticato dei brani.
I dieci brani scorrono che è un piacere, con performance tecniche di grande effetto su tutti gli strumenti, con nota di merito per le parti lead di chitarra, dove assoli esplosivi bucano i timpani alternando Zakk Wylde style ad esecuzioni più delicate e sopraffini, per un mix complessivo perfetto.
Parlando della produzione, il prodotto è curato in ogni dettaglio, permettendo comunque un risultato di grande impatto diretto: il sound è enorme ed ogni strumento risulta valorizzato fino in fondo. Come già detto, l’uso moderato di elementi di post produzione rende il CD di un livello veramente superiore.
Non so se si è capito, ma questo è un gran disco che conferma il valore di una band costretta ancora a sgomitare sotto i riflettori, ma che di sicuro dimostra che è possibile tirare fuori prodotti interessanti ed estremamente personali pur restando su generi molto popolati.
Track by Track
- Long Time Coming 90
- Blockbuster Life 95
- With A Grin 85
- Send In The Clowns 85
- Dead In The Water 80
- Buddha Belly 85
- The Beer Of No Return 85
- A Pill Named Ting 90
- Better 80
- That’s Your Poison, Not Mine 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 90
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 85
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
86Recensione di Dust pubblicata il 12.03.2016. Articolo letto 1717 volte.
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