Burn The Ocean «Come Clean» [2016]
Recensione
Nati in seguito al estensione della formazione dei 2Novembre, con l’aggiunta di Fabio (Nerve/Ritual of Rebirth) alla chitarra e voce, i “Burn the Ocean” ci propongono il loro lavoro “Come Clean” un album totalmente Rock con alcune sporadiche buone influenze Alternative/New Wave.
Per descrivere questo interessantissimo progetto, possiamo usare una semplice parola: diretto. Tutti gli elementi inseriti nelle composizioni sono semplici, basilari se vogliamo a partire dalle sezioni ritmiche molto cadenzate e a tratti ostinate, unite ad un riffing semplice ed essenziale, che arriva subito, appunto diretto.
A fare gran parte del lavoro nella rifinitura del brano è la parte vocale, molto espressiva e dinamica, che riesce a costruire linee sempre immediate, capaci di rimanere bene impresse nell’ascoltatore. Brani come “Land of Mud” sono un chiaro esempio di come questi ragazzi con poche frecce al loro arco riesco ad arrivare pienamente al centro del bersaglio, costruendo un brano orecchiabile e ben strutturato sempre in stile pienamente Rock. E’ un caso eclatante di come la semplicità paghi sempre se si è in grado di sfruttare le buone idee che si hanno.
L’album si conclude con una cover dei Led Zeppelin “Blackdog” ben riproposta secondo lo stile dei ragazzi, giustamente senza discostarsi troppo dall’originale. Anche “Gone Away” propone un lungo brano acustico di chiusura, con un buon ambient e sonorità introspettive che chiudono in maniera soft un ascolto abbastanza rapido dei 7 brani complessivi, forse un po’ pochi.
Per quanto riguarda il sound, complessivamente è buono; chitarra e basso formano un suono molto caldo e grosso, forse al limite dell’impasto, però garantendo ancora il buon mix di definizione di ogni sezione e di amalgama. La voce è ottima, ben registrata e prodotta rimanendo a mio avviso l’elemento di spicco del disco. La batteria anche viene promossa, anche se la scelta di suoni lascia perplessi, proponendo sonorità un po’ troppo moderne, soprattutto per quanto riguarda la cassa. L’artwork lascia abbastanza contrariati.
In definitiva, un gran bel disco, da apprezzare assolutamente per la strada intrapresa da questa band, quella di fare Rock così come deve essere, diretto e senza troppi fronzoli.
Track by Track
- Days In November 70
- Seed 65
- Land Of Mud 75
- Feast 70
- Bitedown 70
- Blackdog 70
- Gone Away 65
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
68Recensione di Dust pubblicata il 12.03.2016. Articolo letto 1160 volte.
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