Aseptic White Age «Reminiscence» [2015]

Aseptic White Age «Reminiscence» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
16.03.2016

 

Visualizzazioni:
889

 

Band:
Aseptic White Age
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Titolo:
Reminiscence

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Mike Pelillo - Guitars & Soundscape
Marco Landi :: Guitars, Soundscape
Carlo Alberto Vandelli :: Drums
Nicolò Cavallaro :: Bass
Andrea Cantaroni :: Synth
Matteo Valentini :: Sax

 

Genere:
Avant-garde

 

Durata:
49' 3"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
18.12.2015

 

Etichetta:
Memorial Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ambizioso ma anche pretenzioso questo disco di debutto degli Aseptic White Age da Modena, che ci propongono ciò che loro propongono Avantgarde strumentale, e che io invece definirei un mix tra Post, Prog e Djent, con parti di sax e sporadiche puntate metal.
Il fatto è che secondo me in questi 49 minuti di musica gli AWA riescono a proporci degli ottimi spunti, come la parte sospesa di “Monolith”, o la eccellente “Gravity”, dapprima calma e tranquilla, e poi con chitarre deliranti e più grezze, prima di un ritorno su stili più melodici, anche se la migliore di tutte per me è “Antigravity”, molto tecnica all’inizio ma graziata da sane differenziazioni, come una chitarra solista molto metal e una successiva parte post arpeggiata e meno distorta a renderlo il brano migliore. Il problema, come detto, è che “Reminiscence” suona pretenzioso, perché usa delle lungaggini e delle prolissità all’interno delle canzoni che rendono i brani troppo allungati senza che questi se lo possano permettere. Spesse volte si sentono momenti di attesa dove la canzone potrebbe finire, ma invece (come al finire della sesta) deve continuare anche per poco, sprecando minuti e facendo perdere molto dell’impatto delle canzoni. Secondo me, tolte queste parti, si arriva a risparmiare 10 minuti.
Insomma: è il caso di dire “Il troppo stroppia”. Siamo d’accordo che la prima parte dell’album è più che riuscita, ma la seconda lo è molto meno e ad un certo punto il senso di noia prevale, il che è un peccato perché l’album poteva dare di più. Un consiglio per il futuro? Sfrondate un po’ il songwriting, diminuite il minutaggio delle canzoni e arrivate un po’ più dritto al punto. Album raccomandabile solo per i fan accaniti del post più duro.

Track by Track
  1. Multitude 70
  2. Monolith 75
  3. Gravity 75
  4. Antigravity 75
  5. Disease 65
  6. Antidote 65
  7. Synapses 65
  8. Hypophysis 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
69

 

Recensione di Snarl pubblicata il 16.03.2016. Articolo letto 889 volte.

 

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