Icethrone «Winter Tales» [2016]
Recensione
Terzo album da parte della band Genovese Icethrone, questo “Winter Tales” rilasciato sotto la Nemeton Records, autentica label acchiappa tutto in ambito Folk e Pagan Italiano, che condensa 7 canzoni più intermezzo per poco meno di 50 minuti di musica. Ma purtroppo questi 50 minuti scorrono in maniera abbastanza incolore, così come incolori sono la copertina e il nome dell’album.
Il problema di “Winter Tales” infatti è che queste canzoni provano e riprovano a fare del proprio meglio, ma una serie di riffs discreti e scelte di arrangiamento non ottimali o stereotipati penalizzano fortemente la riuscita di queste canzoni, rendendole molto già sentite. Di base, infatti, gli Icethrone fanno un Death metal con influenze dai Bathory di metà carriera, più o meno, ma i numerosi stop posti a metà delle canzoni mi suonano inopportuni e ridondanti, e inoltre si sente una certa difficoltà degli Icethrone a cambiare marcia all’interno delle stesse canzoni. Ne sia un esempio la pur carina “Dreams of Death”, che se da un lato possiede un buon andamento iniziale, ha proprio questi due difetti che l’annacquano un po’, mentre altrove sono i riffs banalotti e troppo semplici a rendere i brani niente di che, come ad esempio “Pay with your blood”. E purtroppo non è finita qui: alcuni brani usano influenze esterne che mi suonano troppo scollate e messe a forza, come l’attacco speed dell’ultima canzone troppo diverso da quanto fatto in precedenza, e le parti più veloci di “Immortally Oath” e di “Medusa”. Infine, a volte compaiono degli errori banali, come la quinta canzone che all’inizio ha una ritmica che usa degli stop ‘n go. È bello all’inizio, ma poi gli Icethrone fanno l’errore di tenere questo andamento spezzettato senza invece far partire senza intoppi il gradevole mid tempo. Non aiuta una title track che dura troppo e che alla fine è evitabile.
C’è qualcosa di buono in “Winter Tales”? In realtà, tutto sommato sì, ed è un andare sul sicuro stilisticamente in tutte le altre parti, con uno stile che non spacca le montagne, ma che comunque per quanto già sentito fa il minimo indispensabile per piacere ai fans dello stile Nemeton Records. Non è molto, ma è sufficiente per salvare gli Icethrone dalla bocciatura, in quanto nonostante “WInter Tales” non sia un album da avere a tutti i costi, neanche è inascoltabile o una presa per i fondelli, anche se ripeto: i difetti ci sono, e oltre che consigliare l’album ai fan più sfegatati del folk e pagan italiano, non posso andare oltre. Gli altri passino pure oltre.
Track by Track
- La chiamata dei lupi 65
- Dreams of death 70
- Immortally Oath 60
- Pay with your blood 55
- Canto di Orfeo 55
- Medusa 60
- Winter Tales - Intermezzo S.V.
- Beyond the nine worlds 60
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 65
- Qualità Artwork: 55
- Originalità: 55
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
60Recensione di Snarl pubblicata il 29.03.2016. Articolo letto 2088 volte.
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