Waste Pipes «Fake Mistake» [2016]
Recensione
Tris per i Waste Pipes con il loro nuovissimo “Fake Mistake”, un nove tracce che vede riunito l’ormai più che consolidato rock style di questa band torinese arricchito da influenze che spaziano dal blues all’hard rock sino a giungere a puntate di alternative ed indie; indubbiamente la band è molto maturata nel corso degli anni soprattutto sotto un profilo creativo e di crescita personale anche alla luce dell’enorme esperienza live che l’ha vista come protagonista; i brani di questo platter risultano particolarmente melodici grazia al buon lavoro delle chitarre sempre dinamiche e pronte ad affrontare profili melodici anche moderni per un rock esaltante come questo e allo stesso tempo divertente. Sound nel complesso semplice, voce coinvolgente e andature elettrizzanti rappresentano i punti di forza all’interno dei quali l’ascoltatore molto facilmente lascia trascinarsi. Il disco apre con “Headstrong” dalla ritmica quasi settantiana divertente e contestualmente melodica la cui conclusione lascia spazio alla successiva “Fire Below”, dai contenuti maggiormente moderati ma dagli effetti quasi blues a cui è impossibile rimanere indifferenti; il successivo “Stay the Night”, uno dei brani più divertenti del platter per il suo dinamismo ritmico fatto di un buon accompagnamento e tanto grinta; “The loser Sons” dai toni decisamente più moderati del precedente, ci propone una ritmica pacata ma allo stesso tempo piacevole nei contenuti; un momento di classico e semplice rock è invece rappresentato dal contenuto di “Chaos”, ritmica inizialmente pacata ma di seguito mutata grazie al suo accompagnamento più irruento e alla buona interpretazione vocale; appartenente ad un singolo precedentemente uscito è “For All the Time We Waste” che ci regala un rock nuovamente dinamico e semplice ma d’effetto su tutti i punti di vista; “Not Enought” dall’apertura acustica e dal buon clean proposto di seguito mutato in un irruento rock alternato tra moderazione e velocità; “Little Devil Scratched my Ears” dall’andatura mista tra rock e funky dinamica e d’effetto; “Bad Growing” conclude il disco con un’atmosfera quasi soave moderata dalla ritmica soffusa sempre più in crescita, ricca nei suoi apparati melodici. Un disco che piace e che ben rende l’effetto di quel particolare stile che contraddistingue questa band.
Track by Track
- Headstrong 70
- Fire Below 70
- Stay the Night 75
- The Loser Song 70
- Chaos 70
- For All Time We Waste 70
- Not Enought 70
- Little Devils Scratched My Ears 75
- Bad Growing 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 75
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
70Recensione di Wolverine pubblicata il 07.05.2016. Articolo letto 1304 volte.
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