Ramachandran «Marshmallow» [2016]
Recensione
Sinceramente non sono rimasto granché colpito dal disco di debutto dei Ramachandran da Viareggio, una band composta da un trio che fa rock n roll con inclinazione per l’alternative e lo stoner, e che curiosamente non ha il basso.
Il fatto è che per tutti i 22 minuti le belle intuizioni della fluente “Bandura”, con un cantato minimale e un andamento ritmato, rimangono là dove sono partite, con la band che fa fatica a farci sentire qualcos’altro, la cantante che tende a segue troppo le linee della chitarra e degli arrangiamenti troppo basilari e semplici per tutta la durata del disco. Il tutto, peccato fatale, senza dei veri ritornelli che colpiscano o con idee in più che renderebbero i brani più completi. Certo, c’è una “Samo” che si differenzia leggermente e anche una buona seconda parte di “Vilayanur”, ma il resto del disco resta più o meno su quei livelli, somiglianti più a delle improvvisazioni discrete ma poco lavorate successivamente e su cui si è cantato un po’ sopra che ad altro. Mi sbaglierò, ma io qui non sento altro. E non aiuta una registrazione troppo garage, chiusa e confusa a livello di chitarra.
Insomma: “Marshmallow” vuole fare rock, trasuda rock e ama la psichedelia, ma all’atto pratico non lascia molto altro oltre che il tempo che trova. Di fatto è anche carino, ma oltre lo status di “sfizio per la band” tutto sommato per me non va.
Track by Track
- Bandura 60
- Cotard 55
- Kraepelin 55
- Samo 60
- Vilayanur 55
- Mischel 55
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 55
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 55
- Tecnica: 60
Giudizio Finale
58Recensione di Snarl pubblicata il 24.05.2016. Articolo letto 748 volte.
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