Five Minutes Hate «Explanation to Failure» [2016]
Recensione
Debutto per i nostrani Five Minutes Hate con il loro potentissimo “Explanation to Failure”, un degno e ben riuscito death metal melodico ispirato alla tradizione svedese che nel corso dei decenni ha visto nascere numerosissime band quali At the Gates e Kataklysm, tanto per fare qualche nome, dalle quali questi giovani traggono ispirazione. Il muro di suono realizzato dal quintetto risulta compatto tra riff dinamici e tecnici forgiati dalle chitarre e una batteria che raggiunge livelli magistrali. Indubbiamente l’effetto e la preparazione ci sono tutte; i dieci brani del platter si susseguono l’uno con l’altro e risultano nel loro tecnicismo pregni di melodie che ottimizzano non poco l’intero lavoro. Anche la produzione rende il tutto semplicemente incantevole all’ascolto così come anche l’elegante digipack, il cui artwork è stato addirittura realizzato dallo storico Dan Seagrave e che contiene il booklet in formato poster. Dopo questi elogi vale la pena analizzare i singoli brani a cominciare da “Change your Life” che apre il lavoro proponendoci subito tutta l’intensità sonora che questa band è in grado di offrire tra variazioni ritmiche e melodie; “Pate This Stranger”, aumenta ulteriormente anche il livello compositivo ancora più tecnico del precedente tra repentini mutamenti nelle andature e lead solo virtuosi; è poi la volta di “After the Storm” dall’apertura generata con un riff decisamente brillante e dalla successiva tecnica dietro le pelli, oltre agli ovvi elementi melodici, che risultano brillanti non solo nella loro genesi ma anche in quanto collocati sempre al punto giusto dopo un contesto ritmico incredibilmente aggressivo. “Bad Memory”, ad avviso di chi scrive uno dei brani più belli del disco, con un riff quasi semi acustico di seguito divelto da una travolgente ritmica decisa e brillante come anche il ritornello melodico del brano. Altra mazzata di inaudita violenza e brillantezza di sound, in alternanza con i suoi incredibili arpeggi acustici ci viene offerta da “Cem Anahuac” un brano che alterna quiete a tempesta; “Panic in your Eyes”, “Coward” e la successiva “Bowels of Eternal Damnation”, dimostrano entrambe la vena tecnica e l’incredibile preparazione che contraddistingue la band; brani tutti da assaporare intensamente per la loro incredibile dinamica e armonia. “Damnation Memoriae”, propone un’ampia prova della sinergia di tutti gli strumentisti, basso incluso, che in apertura presenta interessanti scambi ritmici con le chitarre; conclude “Devastation” dall’apertura con un gioco di piatti di batteria ricchissima di melodie e di riff che bruciano i timpani di chi ascolta. Una piccola nota critica la riserbo alla parte cantata che, al di là della bravura espressa nel corso del lavoro attraverso la propria espressività, più orientata su un hard core scream piuttosto che in un growl un po’ più cattivo, in alcuni casi, sembra andare quasi oltre i propri limiti. Ma nel complesso, va bene così. Un disco da i contenuti semplicemente sublimi, da acquistare senza esitazione alcuna e che consiglio a chi ama il death metal melodico.
Track by Track
- Change your Life 80
- Past, this Stranger 80
- After the storm 80
- Bad Memory 85
- Cem Anahuac 85
- Panic in you Eyes 80
- Coward 80
- Bowels of Eternal Damnation 80
- Damnatio Memoriae 80
- Devastation 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 80
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 80
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
82Recensione di Wolverine pubblicata il 04.06.2016. Articolo letto 1906 volte.
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