Darkend «The Canticle Of Shadows» [2016]

Darkend «The Canticle Of Shadows» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
07.06.2016

 

Visualizzazioni:
2060

 

Band:
Darkend
[MetalWave] Invia una email a Darkend [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Darkend [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Darkend [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina MySpace di Darkend [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagine GooglePlus di Darkend [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il canale YouTube di Darkend [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina BandCamp di Darkend

 

Titolo:
The Canticle Of Shadows

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Ashes :: Guitars
Valentz :: Drums
Animae :: Vocals, Lyrics
Specter :: Bass
Nothingness :: Guitars
Antarktica :: Keyboards

 

Genere:
Extreme Ritual Metal

 

Durata:
50' 22"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
25.04.2016

 

Etichetta:
Non Serviam Records
[MetalWave] Invia una email a Non Serviam Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza il sito ufficiale di Non Serviam Records [Link Esterno a MetalWave] Visualizza la pagina Facebook di Non Serviam Records

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Mi ricordo molto bene dei reggiani Darkend, per tanti motivi: intanto, pare che vadano per la maggiore ultimamente grazie a qualche concerto fuori Italia, poi perché è uno dei primi gruppi che io abbia mai recensito qui a metalwave, e poi perché curiosamente questa è la tipica band che non avrei voluto promuovere in quanto troppo esagerata negli arrangiamenti, clone dei Cradle of Filth in passato e tanti altri motivi, eppure quando poi senti l’album i lati positivi oscurano quelli negativi, finché alla fine gli vuoi bene, a ‘sti Darkend. E com’è “The Canticle of Shadows”, il terzo album visto che “Damned woman...” è considerato un full length? Bello, ma se non ti piacevano prima non ti piaceranno neanche adesso.
Mi spiego meglio: l’ascolto di “The Canticle...” è sommariamente buono a livello di canzoni, ma ha gli stessi difetti dei vecchi album, ovvero delle canzoni troppo lunghe e con moltissima carne al fuoco, una batteria non troppo dinamica ma in compenso troppo messa in primo piano che copre le chitarre (difetto fatale in questo genere) e degli arrangiamenti troppo aggressivi e ridondanti che non fanno mai tirare il fiato e che stancano proprio per questo dopo 50 minuti (la doppia cassa invadente alla fine di “Of the defunct”). In altre parole tutto è sopra le righe, forse volontariamente, e ciò finisce sicuramente per far diminuire l’attenzione. Eppure, come per “Assassine”, alla fine finisci comunque per essere soddisfatto dei Darkend, perché sparano talmente tanti di quei proiettili che comunque parte di essi centra il bersaglio, ed infatti se da una parte mi annoiano nella seconda e quinta canzone per quanto c’è troppa roba, dall’altra la terza canzone centra benissimo il bersaglio, con un arpeggio più tumultuoso e sinistro che prelude ad una parte molto veloce, la quarta canzone colpisce anche in quanto è più snella, semplice e lineare (grazie! Ci voleva proprio), così come più semplice e lineare è l’ultima canzone ed evocativa.
Insomma: io coi Darkend ho un rapporto di amore-odio. Li apprezzo per certe cose, ma per certe altre li trovo, se mi consentite l’inglesismo, troppo “O.T.T.”, troppo iperlavorati e per certi versi esagerati, e questo lavoro conferma sia i loro lati positivi che quelli negativi, quasi enfatizzandoli. In conclusione, “Canticle...” dei Darkend è un album che sa farsi notare per vivacità e per compattezza sonora, oltre che per certi brani molto ben fatti, ma è molto difficile rimanerne coinvolti, un po’ per i suoni confusi tranne la batteria, un po’ perché c’è così tanta roba che difficilmente una parte, un riff o una qualsiasi cosa ti rimane nella mente. Non a caso ai Darkend manca un episodio più easy listening, un inno o qualcosa che sappia elevarsi rispetto agli altri brani. Il voto che gli attribuisco descrive un album che a livello di impatto, di esageratezza e di sofisticatezza ti travolge, ma che dopo un impatto iniziale per i difetti suddetti non ti fa mai rilassare all’ascolto, risultando per paradosso poco longevo e quindi facilmente verrà la voglia di sentire qualcos’altro. Tipico caso in cui a volte “Less is more”.

Track by Track
  1. Clavicula Salomonis 70
  2. Of the defunct 65
  3. A Precipice Towards Abyssal Caves (Inmost Chasm, I) 80
  4. Il velo delle ombre 75
  5. A Passage Towards Abysmal Caverns (Inmost Chasm, II) 65
  6. Sealed In Black Moon And Saturn 65
  7. Congressus Cum Daemone 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 55
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
71

 

Recensione di Snarl pubblicata il 07.06.2016. Articolo letto 2060 volte.

 

Articoli Correlati

News
Recensioni
  • Spiacenti! Non sono disponibili Recensioni correlate.
Interviste
  • Spiacenti! Non sono disponibili Interviste correlate.
Live Reports
  • Spiacenti! Non sono disponibili Live Reports correlati.
Concerti
  • Spiacenti! Non sono disponibili concerti correlati.