Alchemy «Never Too Late» [2016]

Alchemy «Never Too Late» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
18.06.2016

 

Visualizzazioni:
2870

 

Band:
Alchemy
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Titolo:
Never Too Late

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Marcello Spera :: Vocals;
- Cristiano Stefana :: Guitar;
- Andrew Trabelsi :: Keyboards;
- Matteo Castelli :: Bass;
- Luca Cortesi :: Drums:

 

Genere:
Rock

 

Durata:
47' 57"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
31.05.2016

 

Etichetta:
Street Symphonies
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Distribuzione:
Andromeda Distribuzioni Discografiche
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Agenzia di Promozione:
Atomic Stuff
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Recensione

Che dire di questo nuovissimo quanto primo full lenght dei bresciani Alchemy intitolato “Never too Late”? Sicuramente che è lavoro che abbraccia hard core e metal classico generando una miscela particolarmente riconducibile alla scena musicale ottantiana; riff orecchiabili e taglienti che ti rimangono bene in mente, lead solo potenti e ritmiche moderate ma allo stesso tempo grintose nei contenuti. Buona anche l’impressione offerta dalla prova vocale decisamente calda e vibrante nei contenuti e in grado di passare senza alcun problema da contesti incisivi ad altri più dolci. Nove brani capaci di intrattenerci per emozionarci e regalarci un sorta di ritorno al passato sul contesto sonoro. Dopo l’apertura quasi neoclassica di “The Place Men Call Hell”, con “Diablo” si ha un riff deciso nei contenuti, pur ricordandoci qualcosa di già ascoltato; il ritornello è decisamente melodico restando ben impresso nella mente e la ritmica, moderata ma d’effetto; la successiva “Alcohol Symphony” per la sua apertura con la tastiera, facilmente ci ricorda un po’ gli Artension, groove e andature heavy oltre che lead solo virtuosi rendono il tutto entusiasmante; il successivo “Never too Late” apre con un arpeggio di chitarra dai contenuti malinconici di seguito ben sgretolato dall’inserimento di distorti e da un’andatura vivace, dinamica e piacevole grazie anche al buon ritornello. L’ascolto prosegue poi con “Blessed Path” apre con un intro in synth su cui un arpeggio genera un’ambientazione decisamente da ballata; il brano è curato in ogni profilo e in ciò non tarda ad emergere l’espressività della parte vocale. “End of the Line” ci riconduce al contesto heavy iniziale per poi ricondurci nella successiva “Rise Again” su contesti quasi magici per i suoi arpeggi e le relative, moderate andature un po’ alla Ozzy anni ’80. Le emozioni non terminano neanche con il successivo “Get Out” che offre un riff potente su cui va ad adagiarsi un ottimo lead solo d’apertura; il brano si presenta sempre dinamico ed esplosivo ma allo stesso tempo si alterna anche con contesti anche più pacati ed atmosferici. Conclude in disco “My Way Home” un brano la cui apertura viene lasciata ad un intreccio ritmico tra basso e batteria; non mancano ovviamente groove e ritmiche in alternanza tutte da ascoltare. L’album si rileva decisamente un concentrato tra metal e hard rock, originale e non banale.

Track by Track
  1. The Place Men Call Hell 70
  2. Diablo 75
  3. Alcohol Symphony 75
  4. Never Too Late 75
  5. Blessed Path 70
  6. End of the Line 70
  7. Rise Again 75
  8. Get Out 75
  9. My Way Home 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
74

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 18.06.2016. Articolo letto 2870 volte.

 

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