From the End «To the Beginning» [2015]

From The End «To The Beginning» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
30.06.2016

 

Visualizzazioni:
898

 

Band:
From the End
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Titolo:
To the Beginning

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Nicola Renzi :: Rhythm Guitars, Lead Vocals
Alessandro Fiore :: Keys, Synth
Felice Zingarelli :: Lead Guitar
Luca Pasotti :: Bass
Riccardo Vlad Spazian :: Drums

 

Genere:
Post-Progressive Rock / Prog Metal

 

Durata:
1h 19' 52"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2015

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Il caso di “To the Beginning”, disco di debutto d’esordio dei Bolognesi “From the end” autoprodotto e che sfiora gli 80 minuti, è in poche parole quello di un album sommariamente fatto con buone intenzioni, registrato decentemente e in ricerca di originalità costante, ma altrettanto costantemente handicappato da difetti, errori compositivi, pretenziosità, lungaggini e altri difetti che arrivano praticamente a neutralizzarlo.
TTB sarebbe presentato come prog, ma durante l’ascolto appare evidente che la band fa fatica nelle canzoni a dosare le idee, dandoci alcuni passaggi strumentali degni di nota (per quanto spesse volte richiamano troppo i Dream Theater di “Metropolis pt.2”) e dei riff belli, mentre la parte vocale spesso e volentieri delude proprio per originalità, non stupendo nei ritornelli di “Something somewhere” o di “Symphony of life”, altre volte neanche nelle strofe, e a volte il cantante/chitarrista si fa proprio odiare mettendoci dei cori non necessari e a volte ridicoli, come quelli a 5 minuti di “Staring at the moon” o soprattutto a 5:40 della sesta canzone. In generale è la presenza di tante idee musicali, pure troppe, che rende il cantato poco efficace e poco in sintonia con tutto il resto, non a caso le cose migliorano proprio ascoltando canzoni come “Metheora”, dove si ascolta una bella traccia progressive strumentale; certo, la canzone forse anche qui ha un po’ troppe idee e qualcuna va sprecata, ma almeno la cangianza e l’originalità del brano vengono esaltate, è quando poi si tratta di metterci la voce che la band mi suona molto acerba, impacciata e se lo fa, la sostanza musicale cambia completamente fino a sembrare un’altra band che di prog non ha di fatto nulla. Fin qua, nonostante qualche errore, la band andrebbe comunque apprezzata per l’impegno e incoraggiata, ma purtroppo i FTE fanno altri errori, e ci fanno sentire brani come “Here is the paradise” che poteva fermarsi a 3’30”, massimo 4’30” e che invece tra divagazioni musicali, lungaggini varie e ripetizioni del brano arriva a durare più di 9 minuti senza che ce ne sia bisogno, e lo stesso dicasi per i due brani successivi, allungati a forza e di cui “Symphony of life” poteva fermarsi a 7’30” - 8, mentre “Ghost...” poteva fermarsi intorno a 7 minuti circa, ma invece vanno avanti per ancora molto tempo. E questi non sono neanche tutti i casi di canzone allungata troppo alla fine, come ad esempio la canzone finale testimonia.
In conclusione, come ho detto sopra i FTE si sono impegnati, ci han provato e non si sono voluti porre limiti, ma non hanno le capacità per fare un album così: certe cose (il cantato sulla musica per esempio) non le sanno ancora fare bene, certe scelte sono a dir poco affrettate (i coretti odiosi a dir poco) e di altre, come l’eccessiva lunghezza delle canzoni, io non ne capisco il significato, tranne forse il riempire la canzone di fronzoli. Tutti questi difetti, come detto, finiscono per neutralizzare la riuscita dell’album e arrivano al punto che i lati negativi oscurano quelli positivi (anche se di misura, come il voto testimonia), rendendo l’album non promosso visto che se non essere maturi sin dal primo album è comprensibile e da incoraggiare, la scelta di buttarsi a capofitto in un obiettivo così elevato quando non se ne hanno le capacità lo è molto meno. “To the beginning” non è un disco fatto da da una band da buttare, ma è un passo paurosamente più lungo della gamba.

Track by Track
  1. Intro S.V.
  2. Something Somewhere 60
  3. Staring at the moon 55
  4. Metheora 70
  5. The Soul of the Sun 60
  6. Here is the paradise 50
  7. Symphony of life 50
  8. Ghost in the clouds below 50
  9. Salvation 60
  10. The evil they’ve done 55
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 55
  • Originalità: 45
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
57

 

Recensione di Snarl pubblicata il 30.06.2016. Articolo letto 898 volte.

 

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