Sail Away «Welcome Aboard» [2016]

Sail Away «Welcome Aboard» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
07.09.2016

 

Visualizzazioni:
2039

 

Band:
Sail Away
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Titolo:
Welcome Aboard

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Federico Albano :: Vocals;
- Francesco Benevento :: Guitar;
- Luca Guglielminoti :: Bass;
- Alessio Piedinovi :: Drums;

 

Genere:
Heavy Metal / Hard Rock

 

Durata:
37' 29"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2016

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

“Welcome Aboard”, è il benvenuto che ci danno i piemontesi Sail Away per effettuare l’ascolto del loro disco d’esordio, un nove tracce di matrice heavy metal che va a racchiudere stilisticamente l’unione di una serie di miscele heavy riconducibili indicativamente ad un trentennio fa. Il lavoro, tra l’altro autoprodotto, nel corso dell’ascolto dimostra alcune falde dovute in primo luogo alla mancanza di aggressività sui singoli brani a causa della sin troppa genericità degli stessi che, seppur discretamente eseguiti, alla fine tendono a annoiare e ad appesantire l’ascolto. Anche la parte cantata appare, ad avviso di chi scrive, sempre ferma allo stesso punto, quasi frenata, che poco sperimenta rimanendo sempre allo stesso punto su tutti i brani. Sotto il profilo strumentale, le ritmiche appaiono semplici e assolutamente rispettose dell’heavy metal nella loro architettura ma probabilmente sono poco esaltanti forse a causa di una produzione che ne penalizza in parte l’effettiva portata. Il brano d’apertura è “Welcome Aboard” che sia per il ritornello che in generale appare annoiare dando quell’effetto di un qualcosa di apparentemente semplice e sin troppo elementare, ai limiti del banale dovendo in realtà apparire come una cannonata sin da subito. Effetto decisamente diverso ci viene dato da “Another Sunday” brano che incarna pienamente la genesi heavy metal dimostrando con le sue ritmiche, pur sempre semplici, una marcia in più ed una maggior convinzione che non annoia; quasi prog, ma pur sempre heavy, appare invece il terzo brano “The Artificial Impostor”, forse il migliore del platter, che ben dimostra che la band se vuole può osare senza timore; anche il ritornello risulta più coinvolgente. “Petals of Blood” apre con un buon motivo di basso generando un brano che in definitiva scorre decentemente; “Sweet Dried Rose” risulta all’ascolto grazie anche all’orecchiabile quanto melodico ritornello cantato; l’ascolto prosegue con “Engraved in Stone” un brano che musicalmente risulta discretamente realizzato mentre la parte cantata dà un po’ quell’impressione di estraneità rispetto a tutto il resto; “Giants of the Dawn” brano particolare per la sua struttura decisamente heavy che fa la differenza grazie ai numerosi passaggi e alla sua fantasiosa dinamica evolutiva; “Wine in my Glass” un buon groove apre la dinamica del brano rendendo il tutto apprezzabile nel contenuto; ben fatto anche il lead conclusivo; “Immortals Hymns Shine on” intensa e decisa la base strumentale ma un po’ meno il cantato. Tirando le somme, il disco risulta appena sufficiente sotto il profilo generale; da migliorare sotto qualche punto di vista a cominciare da una maggiore aggressività sonora e nella proposizione anche cantata delle singole tracks.

Track by Track
  1. Welcome Aboard 55
  2. Another Sunday 60
  3. The Artificial Impostor 65
  4. Petals of Blood 60
  5. Sweet Dried Rose 60
  6. Engraved in Stone 60
  7. Giants of the Dawn 60
  8. Wine in my Glass 55
  9. Immortals Hymns Shine on 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 55
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 55
Giudizio Finale
60

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 07.09.2016. Articolo letto 2039 volte.

 

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