Rosàrio «And the Storm Surges» [2016]
Recensione
Dalle basse terre padovane i Rosario, band già nota per l’uscita di un suo precedente full lenght datato 2013, che l’ha consacrata come una delle migliori realtà nazionali dello stoner sludge doom metal, ci presenta il suo secondo lavoro intitolato “And the Storm Surges” che si mantiene sostanzialmente sulla stessa linea compositiva del suo predecessore confermando abbastanza fedelmente le aspettative. Le andature, seppur proposte nella classica andatura moderata ricca di dinamiche in crash, si contestualizzano in una possente muraglia sonora realizzata da distorti maggiorati con fuzz e quant’altro che ben danno quell’dea di sound personalizzato propria di questa band; non mancano neanche riff d’apertura che dettano sin da subito le regole dell’andatura generale del brano; anche la proposta cantata si propone decisamente in modalità varia da clean acerbo a quasi scream in alcuni passaggi. La band ha dichiarato che questo lavoro è un vero e proprio viaggio dell’evoluzione: in sostanza, il passaggio dell’uomo dalla presa di coscienza di sé stesso sino a giungere ad un paradigma di onnipotenza creativa. Tra i brani le migliori proposte ricadono su “Peak & Pine” brano d’apertura strumentalmente dinamico che ben dimostra tutta la creatività della band nelle andature da cui facilmente emergono tutti quei contesti propri del doom e dello stoner; decisamente espressiva seppur cruda è la parte vocale che ben dimostra tutta la propria espressività; un riff dai toni decisamente lenti è la proposta d’apertura di “Livor” dove a prendere corpo è inizialmente un doom affaticato dove emerge improvvisamente un cantato espressivo; il brano nella sua seconda parte muta nelle andature per unificarsi ad uno stoner sporco e grezzo; deciso e d’impatto è “Canemacchina” un brano all’interno del quale nonostante la polverosa proposta del sound offre un bona impressione anche nella sua seconda parte decisamente orientato sull’inserimento di effetti psichedelici; non male neanche il conclusivo “..and the Jupiter” incentrato su andature stoner non troppo varie nei contenuti e cantato clean che va a spegnersi refrattariamente, quasi in punta di piedi. La band ancora una volta dà una discreta prova della propria capacità in materia.
Track by Track
- To Peak e Pine 75
- DrabbuhkuF 65
- Vessel Of The Withering 70
- Livor 75
- Radiance 70
- I Am The Morras 65
- Canemacchina 75
- Dawn of Man 70
- Monolith 70
- and the Jupiter 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
71Recensione di Wolverine pubblicata il 18.09.2016. Articolo letto 1377 volte.
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