Veuve «Yard» [2016]
Recensione
Il fuzz stoner più intenso e magmatico, arricchito da suggestive aperture psichedeliche, caratterizzano il sound dei Veuve. Il trio di Spilinbergo - composto da Riccardo Quattrin al basso e voce, Felice di Paolo alla chitarra e Andrea Carlin alla batteria - esordisce in campo discografico nel febbraio 2016, con il full-lenght album “Yard”. Dopo due anni di attività live, con partecipazioni al Pietrasonica Fest di Osoppo e al Go Down Records Fest al Deposito di Pordenone, e un EP autoprodotto, la band friulana viene notata dalle etichette indipendenti The Smoking Goat Records & Acid Cosmonaut Records che ne pubblicano il primo lavoro ufficiale. E la scommessa si rivela vincente, dato l’evidente talento sia tecnico che compositivo dei giovani musicisti friulani. Ispirato e magnetico, nel segno dello stoner rock più puro, risulta infatti “Yard”, che si apre con “We Are Nowhere”: un brano essenziale nelle melodie, in cui basso chitarra e batteria creano un tappeto sonoro omogeneo e caratterizzato da lunghe parti instrumental. Più movimentata e al contempo “elegante” appare “Days of nothing”, contraddistinta da un assolo di chitarra quasi hendrixiano e da ritmi e melodie tipicamente stoner, con ipnotici richiami psichedelici. Bella e magnetica è poi “Mont Slumber” fin dalle parti di basso in apertura e, dopo la breve “40.000 Feet” – un intro più che un brano, realizzato con chitarra e voce – ecco la strumentale “Flash Forward”. Ritmi cangianti e conturbanti che avvolgono l’ascoltatore nell’alveo di un sound trascinante e sempre all’insegna del puro stoner rock. Ma la song che spicca su tutte le altre è “Yeti”: decisamente coinvolgenti risultano, infatti, le influenze del doom “sabbathiano”, costellato da importanti ritmiche di basso, e le reminiscenze sonore hard rock anni ’70 alla Deep Purple, che convergono in un lungo ed eloquente assolo di chitarra. Molto ispirata e incisiva anche “Witchburner” - penultimo brano di “Yard” - che risulta più energica, graffiante ed aggressiva rispetto a tutte le altre, anche nelle linee vocali. Il convincente lavoro dei Veuve si chiude, infine, con le atmosfere di “Pryp'jat'”, tra stoner e psichedelia.
Track by Track
- We Are Nowhere 70
- Days of Nothing 80
- Mount Slumber 80
- 40.000 Feet 65
- Flash Forward 80
- Yeti 90
- Witchburner 80
- Pryp'jat' 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 85
- Tecnica: 85
Giudizio Finale
76Recensione di Susie Ramone pubblicata il 22.09.2016. Articolo letto 1533 volte.
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