Words that Burn «Regret is for the Dead» [2016]

Words That Burn «Regret Is For The Dead» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Jezebel »

 

Recensione Pubblicata il:
24.09.2016

 

Visualizzazioni:
1195

 

Band:
Words that Burn
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Titolo:
Regret is for the Dead

 

Nazione:
Irlanda

 

Formazione:
Roni MacRuairi - Vocals & Guitar
Ger Murphy - Bass & Vocals
Shane "Beano" Martin - Guitars & Vocals
Jason Christy - Drums

 

Genere:
Alternative / Melodic Metal

 

Durata:
52' 58"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2016

 

Etichetta:
WormHoleDeath
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Gli Words That Burn sono una band irlandese nata nel 2010 e “Regret Is For The Dead” è il loro primo album. A metà tra metalcore e alternative metal, lo stile della band risulta molto fluido e con diverse influenze. Il tutto si appoggia su ritmica ferrea, chitarre consistenti che prediligono distorsione spessa, riff precisi e melodicità. Le vocals si alternano tra scream tagliente e clean dal pitch interessante che crea refrain accattivanti.Tutti gli elementi sono incastrati a dovere e costantemente intrisi di melodia calcolata dando ad ogni brano una struttura articolata ma allo stesso tempo motilità e leggerezza. Breakdown e preziosismi ritmici donano estro e twist umorali necessari per bilanciare e armonizzare le dinamiche. Quando gli Words That Burn esplorano il loro lato più melodico, il risultato è gradevole come ad esempio in “Hush”, una metalcore ballad in cui le vocals clean si esprimono al massimo, o come in “Scars” e “Mirror Perfect Mannequin” brani in cui l'equilibrio tra melodia e distorsione raggiunge l'apice anche grazie a refrain azzeccati. Con “The Phoenix” e “Last Breath” i ritmi rallentano lasciando spazio ad accordi e riff aperti e vocals riflessive. La parte più core è ben espressa in brani come “Our New Sin”, “Unalive” e “Chalklines” che hanno una maggiore dinamicità ritmica, tracks ambient e chitarre a volo libero, senza comunque rinunciare ai melodic refrain intervallati da scream cosistente. In “Disappear”, invece, tracks calibaniane, chitarre travolgenti e scream motivato creano un tuttuno compattto. “Regret Is For The Dead” è un album in cui melodia e distorsione si danno la mano e sigillano un patto di ferro che inserisce gli Words That Burn tra le proposte interessanti del panorama alternative odierno.

Track by Track
  1. Our New Sin 75
  2. Unalive 75
  3. Disappear 80
  4. Chalklines 75
  5. Hush 75
  6. Scars 75
  7. Mirror Perfect Mannequin 75
  8. In This Moment 75
  9. The Phoenix 70
  10. Last Breath 70
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 75
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
74

 

Recensione di Jezebel pubblicata il 24.09.2016. Articolo letto 1195 volte.

 

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