Noise Demon «Ten Cuts» [2016]
Recensione
Esordio per questa band palermitana dei Noise Demon che presentano il loro “Ten Cuts” un lavoro strumentale prettamente incentrato su sonorità death metal miste a Jazz e funk, esasperate il giusto, che vedono ben dieci tracce per un ascolto inferiore alla mezz’ora. Indubbiamente, al di là di un sound poco nitido rappresentato dai distorti resi decisamente sottotono e ulteriormente offuscati da effetti nebulosi e non puliti obiettivamente la resa di questo lavoro appare decisamente blanda; stessa cosa si ravvisa nella batteria che esegue blast beat all’impazzata senza offrire nulla sotto un profilo creativo fatta qualche sporadica eccezione sui contesti meno esasperati. L’unico elogio al lavoro può evincersi dall’operato del sax che, modernizzato ed estremizzato rispetto alla sua portata, genera dei contesti sonori decisamente particolari all’ascolto. I numerosi brani, come sopra accennato scorrono in rapida successione alternando ritmiche e melodie noise talvolta sin troppo eccentriche e quasi fastidiose con altre semplici ma orecchiabili come nel caso di “Tahafut al Tahafut”; altri brani quali “Truth Serum” tendono ad offrire la reale portata della band che a parere di chi scrive rende molto meglio nei contesti moderati rispetto alle accelerazioni che, se sottoposte ad una maggior cura, avrebbero potuto rendere decisamente migliore il proprio effetto. Un contesto quasi funky misto al buon sax è l’apertura di “Feces Granade”, un brano che spazia da moderazione ad esasperazione offrendo in definitiva un discreto risultato; un lato decisamente malinconico ci viene offerto da “The One who Pays” che ovviamente si lascia trasportare dalla realizzazione del sax con un sottofondo generato da contesti ritmici ad intervallo resi dalle bacchette su altri oggetti e parti di batteria; nuovo noise generato da fuzz elettronica e quant’altro per il conclusivo “Astaroth Boogie” reso nuovamente caotico tra il basso in distorto massimale e la batteria praticamente uniforme nella sua andatura. Un disco che tutto sommato dà quell’idea di voler sperimentare un qualcosa di inedito che complessivamente, fatta qualche rara eccezione, risulta in definitiva da un lato confusionaria e dall’altro, soprattutto nei passaggi più lenti, piacevole e ben condivisibile.
Track by Track
- Tongue Cutters! 50
- Barbiturate 55
- Chasing the Goofball 55
- Tahafut al Tahafut 70
- Truth Serum 65
- Blobs of Blood 50
- Maccalube 55
- Feces Grenade 70
- The One Who Pays 70
- Astaroth Boogie 55
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 65
- Originalità: 60
- Tecnica: 50
Giudizio Finale
60Recensione di Wolverine pubblicata il 24.09.2016. Articolo letto 1552 volte.
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