Easy Trigger «Ways of Perseverance» [2016]
Recensione
Partono decisamente alla grande gli “Easy Trigger” con questo secondo lavoro “Ways of Perseverance” in uscita dopo un periodo che ha visto coinvolta la band in alcune performance live e ad alcuni cambi di line up; la nuova pianta stabile del quartetto veneto sin da subito si mette in mostra per il suo avvolgente hard rock che in sostanza avevamo ben assaporato circa quattro anni fa in occasione dell’uscita dell’album d’esordio. Durezza, cattiveria, groove a non finire e ritmiche dannatamente amabili, sono in sostanza il punto forte della band maggiormente apprezzabili anche per la buona registrazione alle spalle e per l’ottima voce perfettamente a suo agio in ogni brano. L’ascolto, nella sua mezz’ora abbondante offre dieci brani che scorrono in maniera decisamente rapida lasciandoci quel sapore di rock duro ed energico. Brano d’apertura è “My Darkness”, ritmato in maniera forse un po’scontata ma con un buona andatura di chitarra è indubbiamente un pezzo che prepara a mettere in luce il successivo operato della band che emerge in maniera completa con “Land of Light”, un brano la cui apertura prepara l’ascoltatore ad una avvincente ritmica pregna di groove e di energia da trasmettere; le andature, tipicamente hard rock, rendono, anche con il buon refrain di chitarra, il contenuto del brano attraente anche grazie all’intermezzo centrale; è poi la volta del successivo “The Watchmaker”, dalla partenza esplosiva supportata da un riff quasi di matrice maideniana che dà poi spazio ad una buona interpretazione vocale che non si distacca mai troppo dal contenuto del brano apportando quella giusta differenza; si prosegue con “God is Dead”, altro brano dai contenuti intensi sotto ogni profilo; “Turn to Stone” dai riff prettamente hard rock che ti fanno divertire non poco sia per la proposizione che per la complessiva struttura del brano all’interno del quale non possono evitarsi gli omaggi alla parte vocale; è poi la volta di “One Way Out”, altro convincente brano dove l’espressività della parte cantata raggiunge probabilmente il suo migliore apice con quella sua voglia di andare oltre riuscendo ottimamente a contenersi; buono anche il lead solo; si prosegue con “Blind”, un brano malinconico ma romantico allo stesso tempo proposto con apertura acustica pronto di li a poco a sprigionare tutto il suo più innato sentimentalismo hard rock e ovviamente vocale; si prosegue con “Tell me a story”, un brano semplice nei contenuti e divertente all’ascolto; “Sold Out”, ci presenta invece un’apertura quasi oscura su un hard rock potente e cazzuto non poco; si giunge al capolinea con la conclusiva “The Sand”, dai toni quasi bluesy e maledettamente intensa nella propria struttura mai stancante e solo divertente. Gli Easy Trigger sono tornati più intensi che mai al punto da poter fare in sostanza fare quello che vogliono sempre offrendo comunque un risultato deciso, accattivante e attraente nei contenuti.
Track by Track
- My Darkness 65
- Land of Light 75
- The Watchmaker 70
- God is Dead 70
- Turn to Stone 70
- One Way Out 65
- Blind 75
- Tell me a Story 70
- Sold Out 75
- The Sand 75
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 75
- Originalità: 75
- Tecnica: 75
Giudizio Finale
72Recensione di Wolverine pubblicata il 15.10.2016. Articolo letto 1657 volte.
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