Hastur «The Black River» [2016]
Recensione
Dopo vent’anni dal loro mini esordio avvenuto tramite il rilascio di un Ep intitolato “Macabre Execution”, tornano sulle scene i death metallers genovesi Blacktears con questo primo full lenght intitolato “The Black River” all’interno del quale ben si uniforma la nuova line up nella quale militano oggi due ex membri dei Sacradis. Il sound appare ben uniformato e compatto nei contenuti forte anche della discreta miscela sonora sprigionata dalle chitarre e dal basso capaci di rendere indivia a qualunque band per la buona riuscita. In alcuni tratti il sound sembra farci rivenire in mente i primi Dismember con la differenza che qui ci troviamo di fronte anche ad non poche puntate melodiche che fanno decisamente la differenza. Il growl vocale, aspro e cattivo il giusto, rende ancora più acerbo il contenuto di questo lavoro dimostrandone ottimamente l’inserimento. Andature tirate in alternanza con contesti ritmici dai tratti più moderati e riff in costante mutamento tra un brano e l’altro, dimostrano in sostanza la buona riuscita di questo lavoro. Apre il platter “Balck River”, un brano dinamico ed aggressivo, decisamente vario nei contenuti e nel quale le ritmiche si alternano tra doppia cassa e growl un po’ alla Lars Goran Petrov; l’ascolto prosegue con tutta la sua intensità con il successivo “Consumer of Souls”, altro brano dall’apertura micidiale spinto e intenso contraddistinto per l’ottima alternanza tra la ritmica delle chitarre e la batteria; brillanti anche i lead solo; intensa non poco la successiva “Infamous”, dal contenuto ritmico ben dinamico e difficilmente ristagnante grazie ai vari cambiamenti in controtempo; particolare anche l’intermezzo del brano, su base lenta, che ben si adatta alla genesi complessiva della track. E’ poi la volta di “Possesed” e della successiva “The Clock of Evil”, entrambe strutturalmente diverse ma pur sempre coerenti con il buon death metal; si prosegue con “Hate Christians” dove l’energico riff introduttivo, unificato ad un lead solo, determina sin da subito le andature del brano, varie e intriganti nella loro composizione; “Brain Buried” si mantiene sui toni delle precedenti offrendo un buon riff tagliente in apertura di seguito ottimamente calibrato con la ritmica della batteria e con l’ottimo growl; “Prisoner of Christ” e la conclusiva “Purgatory”, entrambe dai toni esasperati e energici il giusto, decretano la brillante prova di questa band che sicuramente farà ancora ben parlare di lei in un prossimo quanto speriamo in un non troppo distante lavoro.
Track by Track
- Black River 75
- Consumer of Souls 80
- Infamous 80
- Possessed 85
- The Clock of Evil 80
- Hate Christians 80
- Brain Buried 80
- Prisoner of Christ 85
- Purgatory 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 75
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 80
- Tecnica: 80
Giudizio Finale
82Recensione di Wolverine pubblicata il 23.10.2016. Articolo letto 2057 volte.
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