Macaria «A Strings' Dramedy» [2016]
Recensione
Diciamo che un lavoro d’esordio come questo “A Strings’ Dramedy” dei pugliesi Macaria, mancava proprio all’interno della scena del Folk Metal italiano e questo grazie alla sua indiscussa ventata di stravaganza ottimamente disposta su una valida base compositiva. Oltre alla buona musica offerta dalla band, balza subito all’orecchio dell’ascoltatore l’ottima produzione e registrazione che sta alle spalle di questo lavoro coadiuvata anche dall’oggetto di fondo di questo album incentrato in una storia che ha come protagonista una marionetta che nel corso di una rappresentazione si risveglia e una volta liberatasi dai fili che la manovrano, prende atto dell’esistenza del vero mondo che le è intorno preferendo alla fine di ritornare a quell’indotta schiavitù di cui ha sempre fatto parte. Musicalmente, come sopra accennato, il lavoro è ottimale sia sotto il profilo del sound che anche delle andature perfettamente rispondenti al genere Folk metal con in più un’incredibile vena di personalità che emerge sia nel contesto generale del lavoro che anche nell’ottima prova growl del cantato, di tanto in tanto supportata da incredibili corali. I brani si susseguono piacevolmente all’interno di contesti death metal, decisamente unici nel loro genere, supportati anche da un’immancabile orchestrazione che va a racchiudere il tutto in una spettacolare teatralità diretta ad una numerosa platea di ascoltatori. Trattandosi di una storia che si sviluppa in ogni singolo brano in successione, non appare confacente al lavoro scannerizzare ogni singolo e già ottimale brano, privo di difetti, ma limitarsi a menzionarne forse i più caratteristici tra cui “The Puppets Theater” per il suo incredibile avvicendarsi e per l’ottima performance delle chitarre così come anche “Shaped Water”, eccelso nell’esecuzione e dall’ inaspettato contenuto; ma ancora “Tar Nectar”, per l’ottima proposta metal coadiuvata con l’orchestrazione e gli annessi corali; non trascurabili neanche gli intermezzi strumentali fatti dal synth e dalle orchestrazioni “Midday Stranger”, caratteristici di una base musicale da film mista tra horror e fantasia. Un tassello che mancava nel puzzle dell’ottima musicalità nazionale, che ci presenta questa incredibile e singolare band al completo capace di arricchirci in un prossimo, speriamo quanto più imminente futuro, di altri similari perle.
Track by Track
- Sudden Break 80
- The Puppets Theater 85
- Outside 80
- Shaped Water 85
- The Hidden Filth 80
- Tar Nectar 85
- Carnival Of Pigs 80
- Midday Strangers 85
- A Strings' Dramedy 80
- The Knot Of Wills 85
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 90
- Tecnica: 90
Giudizio Finale
84Recensione di Wolverine pubblicata il 01.11.2016. Articolo letto 2716 volte.
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