Addio Proust! «Io Non ho Mai Perso il Controllo» [2016]
Recensione
Addio Proust! è un trio fiorentino all’esordio con questo suo primo lavoro intitolato “Io non ho mai perso il controllo”, un lavoro incentrato sul rock alternativo non scevro da contesti e scenari fantasiosi che delimitano l’insistenza di quella linea di confine tra l’uomo e gli animali lisergici. Un lavoro quasi improvvisato in un contesto dove si è sostanzialmente sempre alla ricerca di un qualcosa che possa catturare attraverso le immagini le varie suggestioni. Diciamo che di metal non c’è praticamente nulla ad eccezione di qualche piccolo e raro isterismo ritmico suonato e cantato sotto forma di scream viaggiando il lavoro, ad avviso di chi scrive, decisamente controcorrente con i generi solitamente trattati da questa web magazine e dai gusti di chi scrive. Ma il rispetto per il lavoro e la fatica altrui, soprattutto per artisti come questi del calibro degli Addio Proust!, non primi a lavori di si tale portata, meritano comunque una minima quanto possibile disamina per la valutazione del proprio disco. La parte cantata, esclusivamente in lingua madre, si orienta prevalentemente su un clean decisamente espressivo la cui capacità lascia spazio, nella mente di ascolta, a memorizzare con facilità il contenuto di qualche brano. Il contesto rock alternativo di cui la band si fa portavoce si ravvisa sostanzialmente in qualche brano come nel caso della seconda track “Macello”, fregiata da un ritmica decisamente semplice e con un ritornello che alla fine ti resta per un po’ in testa, mentre un rock dai tratti più alternative e psichedelici si riscontra in “Bove”; ancora particolare nell’elaborazione e nell’isterismo di cui parlava poc’anzi è invece “Ascessi”; di portata forse quasi grunge, pur sempre rimanendo su contesti quasi acustici, è “Film” di cui appare nuovamente “vincente” il ritornello, ma per il resto la semplicità compositiva e strutturale del brano regna sovrana. Nuovamente più apprezzabile è anche la successiva “Virus” per la sua ritmica tra moderato e irruento; la rimanenza dei brani si mantiene in modalità sin troppo pacata e semplice, senza distorti, dove apprezzabile è la sola parte cantata nel suo clean da cantastorie sognante. Un disco sicuramente e probabilmente più apprezzabile ma per chi ama generi musicali diametralmente opposti al metal.
Track by Track
- A.P. S.V.
- Macello 60
- Pesci S.V.
- Bove 60
- Sulla coda di Novembre S.V.
- Ascessi 60
- Film 55
- Virus 60
- Mi vedi sono Qua S.V.
- Insetto S.V.
- Nevi S.V.
- Alieni S.V.
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 60
- Qualità Artwork: 60
- Originalità: 50
- Tecnica: 50
Giudizio Finale
57Recensione di Wolverine pubblicata il 30.11.2016. Articolo letto 2125 volte.
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