Goodbye, Kings «Vento» [2016]

Goodbye, Kings «Vento» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
07.12.2016

 

Visualizzazioni:
1466

 

Band:
Goodbye, Kings
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Titolo:
Vento

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Davide Romagnoli :: acoustic and electric guitar, samples, percussions;
- Luca Sguera :: synth, glockenspiel, keyboards, percussions;
- Luca Allocca :: guitar, synth;
- Alessandro Croce :: bass;
- Saverio Cacopardi :: drums, percussions;
- Matteo Ravelli :: drums, percussions;

 

Genere:
Instrumental Post Rock

 

Durata:
1h 14' 58"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
07.11.2016

 

Etichetta:
Argonauta Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Nee-Cee Agency
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Recensione

Il progetto dei milanesi Goodbye, Kings nato dall’esperienza maturata singolarmente da ciascuno dei componenti la band, prende corpo nel 2013 realizzando apparati musicali esclusivamente strumentali facendo come propria fonte di ispirazione i contesti artistici riconducibili al pittore francese Henry De Toulouse Lautrec e dalle poesie di poeti come Jean Nicolas Arthur Rimbaud e Masaoka Shiki. Dopo un demo, un Ep e un album d’esordio in formato Lp, i Goobye, Kings tornano oggi con queste otto tracce racchiuse in “Vento” superando l’ora di esecuzione e inebriando l’ascoltatore con un insieme di melodie che vano prevalentemente ad abbracciare contesti musicali che traggono ispirazione allo stesso tempo da leggende e dalle poesie aventi ad oggetto il vento offendo altresì all’ascoltatore la possibilità di apprendere anche alcuni contesti tribali nati dall’esperienza di ciascun membro della band. Nel corso dell’ascolto si apprendono sonorità appartenenti allo sludge rock, al jazz fusion sino al metal. La strumentalità rende particolarmente piacevole l’ascolto la cui assenza della parte cantata indubbiamente non influisce più di tanto rendendo una particolare magia sulle sonorità dalle quali difficilmente si riesce ad allontanarsi deconcentrandosi. L’opener del disco è affidata a “How Do Dandelions die”, un brano pacato nella sua esecuzione, quasi ambient, all’interno del quale un synth e un accompagnamento di batteria lento inebriano un sound particolarmente connesso ad uno sludge ibrido accompagnato dal soffio del vento e da un refrain di chitarra quasi incessante; quasi in conclusione il brano si intensifica dando maggior impulso al sound; segue “Fujin vs Raijin “, dove un sound più vivo rispetto al precedente brano genera un nuovo sludge più acerbo e su una particolare base di batteria capace di trasformarsi dal classico mid tempo rock in incredibili quanto eleganti performance sempre raffinate nel rispetto dalla ritmica del brano; la seconda parte del brano è affidata ad un pianoforte malinconico e soffuso che anticipa un successivo sound dinamico; l’ascolto prosegue poi con “Shurhùq” dove a regnare sovrano è un motivo in pianoforte che anticipa il successivo “The tri-state Tornado” un brano estremamente collegato al jazz fusion con contesti post rock che vanno a definire un particolare refrain di chitarra che su cambi di scala in ascesa tende a dare al brano a poco a poco un’accelerazione maggiore; si prosegue con “12 Horses”, un brano modulato su sonorità post rock ambient desertificate dal suono iniziale di pianoforte sterile nella proposizione che va poi a generare un sound realizzato prettamente con strumenti a corda; si prosegue con “If Winter Comes”, un brano decisamente post rock con sonorità che vanno nella loro smisurata moderatezza al di la dello spazio e del tempo; “The Bird Whose Wings Made The Wind” un altro particolarissimo brano che abbraccia al suo interno momenti più drammatici al altri decisamente più dinamici e colorati per l’inserimento di sonorità assolutamente naturali; si conclude il platter con “Blue Norther”, all’interno del quale la scia del vento conclusiva è affidata ad tocco riflessivo di un pianoforte decisamente toccante nelle sue lentissime note. Un disco particolare nella proposta ma che troverà i giusti apprezzamenti in coloro che restano affascinati di fronte alla magia e alla musicalità che il vento, se ascoltato con orecchie diverse, sa offrire.

Track by Track
  1. How Do Dandelions die 70
  2. Fujin vs Raijin 70
  3. Shurhùq 70
  4. The tri-state Tornado 75
  5. 12 Horses 70
  6. If Winter Comes 75
  7. The Bird Whose Wings Made The Wind 70
  8. Blue Norther 80
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 80
Giudizio Finale
73

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 07.12.2016. Articolo letto 1466 volte.

 

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