Anticlockwise «Raise Your Head» [2016]

Anticlockwise «Raise Your Head» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Wolverine »

 

Recensione Pubblicata il:
11.12.2016

 

Visualizzazioni:
3940

 

Band:
Anticlockwise
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Titolo:
Raise Your Head

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
- Claudio Brembati :: Vocals;
- Pietro "Pacio" Baggi :: Guitars;
- Michele Locatelli :: Bass;
- Daniele Gotti :: Drums;

 

Genere:
Prog Thrash metal

 

Durata:
40' 43"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
16.12.2016

 

Etichetta:
Revalve Records
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Grand Sounds PR
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Recensione

I bergamaschi Anticlockwise presentano il loro secondo lavoro intitolato “Raise Your Head” formato da nove tracce su base thrash progressive metal ma che richiamano in maniera abbastanza fedele lo stile dei Nevermore pur inebriando lo stesso di contesti musicali ed andature personali e innovative. Le tematiche del lavoro affrontano in sostanza il tema che lega l’uomo al network e all’utilizzo obbligatorio di tutti i dispositivi di cui facciamo quotidianamente uso a cominciare dagli smartphone dai quali non allontaniamo mai il nostro volto influenzando così il nostro mondo reale. Ciò che in sostanza colpisce di questo lavoro è il risultato realizzato, un risultato fatto di riff e ritmiche compatte che si alternano nel corso dell’ascolto in maniera consecutiva e dinamica. Buona è la proposta della parte cantata in un clean che ben si bilancia nel corso delle andature sia più che meno moderate. I riff della chitarra appaiono non particolarmente tecnici ma lasciano un risultato appagante al pari del basso e della batteria nel corso della realizzazione di particolari quanto sottili ed intriganti finezze. Ottimali appaiono le andature in chiave progressive che compaiono in alcuni brani e che vanno indubbiamente ad amplificare non poco la bravura di questa band. Dopo un intro “Slave”, eseguita con pianoforte oscuro, quasi tetro con una batteria di sottofondo tendente al progressive, parte compatto come un macigno il primo effettivo brano “Raise your Head”, un brano dal sound incredibilmente accattivante e pastoso che non smette di sorprendere l’ascoltatore per tutta la sua durata all’interno della quale la band non risparmia dall’inserimento di elementi melodici misti al progressive ; è poi la volta di “The Gutember Plague”, un altro brano particolarmente orientato sul thrash ma con un sound dinamico e altalenante tra moderazione e velocità; simpatica anche la proposta del ritornello cantato in un discreto clean; non è da meno neanche il successivo “Mothertongue” dall’apertura in arpeggio supportata da un buon clean e da una successiva ritmica che ricorda particolarmente i parenti più prossimi dei Nevermore ovvero i Communic; “The Wire” offre un thrash tipicamente progressive ottimale nell’elaborazione personalizzata della band che inserisce al suo interno dei parametri tecnico strumentali variabili molto particolari e piacevoli all’ascolto; si prosegue con “The Broken Mirrow” e la successiva “The Blue Screen of Death” due brani che si mantengono sulla linea dei precedenti offrendo comunque sempre quella loro particolare dinamica a cui è difficile rimanere indifferenti; è poi la volta di “Into the R.A.M.” dove dopo una moderata apertura prende corpo un incredibile progressive all’interno del quale va elogiata la splendida interpretazione della parte cantata; si giunge al conclusivo “Dystophia MMXVI” altro bel brano che lascia comunque il suo segno distintivo. Un ottimo lavoro, completo, ben fatto e da ascoltare ripetutamente.

Track by Track
  1. Slave S.V.
  2. Raise Your Head 90
  3. The Gutember Plague 85
  4. Mothertongue 80
  5. The Wire 80
  6. The Broken Mirrow 80
  7. The Blue Screen of Death 80
  8. Into the R.A.M. 80
  9. Dystophia MMXVI 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 80
  • Qualità Artwork: 85
  • Originalità: 80
  • Tecnica: 85
Giudizio Finale
83

 

Recensione di Wolverine pubblicata il 11.12.2016. Articolo letto 3940 volte.

 

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