Memento Waltz «Division by Zero» [2015]
Recensione
Sulla scena da oltre vent’anni, i Memento Waltz ci deliziano attraverso la propagazione del loro particolarissimo progressive all’interno del quale l’ottima sinergia della musica da un lato e dell’incredibile voce multiforme dall’altro, fanno di questo lavoro un’eccellenza straordinaria; stiamo ovviamente parlando dei sette brani racchiusi nel nuovo lavoro di questa band intitolato “Division by Zero” (ndr. originariamente autoprodotto e successivamente ristampato dalla JRR sia in Cd che in Lp); ed infatti, a dispetto della splendida artcover del disco e della sua ottima produzione, appare quasi impensabile che una band datata come questa e per di più con una capacità di tale livello, non sia etichettata da chicchessia. Partendo dall’analisi complessiva del lavoro, si tratta musicalmente e come sopra accennato, di un progressive dai tratti variegati, che spaziano tanto su contesti talvolta tendenti all’isterico ad altri composti dall’incredibile unione di sfumature ed influenze varie dove va elogiato in primis il lavoro di un basso, dinamico, inaspettato , quasi violentato, che nella sua multiforme dinamica fa la differenza; non da meno ovviamente neanche le ottime prove della batteria e della chitarra in perfetta simbiosi la cui ottimale proposta può solo comprendersi appieno attraverso l’ascolto del lavoro. “Omicron” apre il lavoro da cui emerge appieno tutto il profilo tecnico e dinamico del vero progressive della band suonato in una maniera oggi praticamente rara tra le moltitudini di band sul mercato; ottimo anche il ben servito che ci presenta “Opus Alchemicus”, un progressive dai tratti riconducibili ai vecchi Cynic degli anni ’90; un incredibile delirio tra tecnica e note; “Europa”, pacata, dolce, moderata, per i suoi riverberi in propagazione che tendono questa volta quasi a volerci offrire un progressive in versione acustica che si macchia nella sua seconda metà di qualche più intensificata accelerazione; spettacolare il lavoro della chitarra anche nella realizzazione dei lead; “Achille’s Paradox” si mantiene sulla creatività dei precedenti brani, forse risulta maggiormente più incisiva, ma la sensazione che ti lascia è quella di ascoltare una dozzina di persone suonare invece di soli quattro musicisti! Le successive “Mechdreamer” e “New Beginning” accorpano la prima, una splendida sonorità prog heavy e la seconda un’armonia quasi più “rilassante” risultando entrambe di notevole spessore e dove l’unica regola è quella di intensificare al massimo per rendere un risultato dagli effetti stupefacenti; “Emphatize” ci serve il poker d’assi conclusivo a cui l’ascoltatore altro non può farsi se non alzarsi in piedi ed applaudire un disco che ha appena smesso di girare regalandoci una splendida emozione. Semplicemente fantastici.
Track by Track
- Omicron 90
- Opus Alchemicus 85
- Europa 85
- Achille's Paradox 85
- Mechdreamer 90
- A New Beginning 85
- Emphatize 90
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 85
- Qualità Artwork: 85
- Originalità: 80
- Tecnica: 90
Giudizio Finale
86Recensione di Wolverine pubblicata il 17.12.2016. Articolo letto 2528 volte.
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