Red Fraction «Birth» [2016]
Recensione
Debutto discografico per i Red Fraction, band di Alessandria, esordiente con questo “Birth” significando così la prima fatica discografica con l’etichetta Sleazy Rider Records. La band, forte del carisma della cantante Martina Riva, rende particolarmente interessanti gli undici brani del platter alternando la sua particolare voce al metal alternativo, realizzato con modernità e con numerosi richiami più all’ hard rock che al metal vero e proprio. L’impressione che si ha con l’ascolto del disco è quello di trovarsi di fronte ad un lavoro sviluppato in maniera decisamente coerente considerando che il genere, oggi come oggi, appare gettonato al limite; la band, pur non offrendo particolari novità in merito, riesce grazie alle proprie robuste ritmiche a renderne decisamente piacevole l’ascolto. I brani si alternano spaziando da contesti più diretti ad altri che si adagiano su parti particolarmente melodiche capaci di generare una discreta prova del proprio operato compositivo. Dopo un intro “ Prelude”, l’opener del disco è affidata a “Plastic”, una brano con una buona apertura ma che inizialmente dà l’idea di un qualcosa in eccesso sulla ritmica, impressione questa poi superata da un successivo, quanto convince ritornello ben coordinato tra chitarra e voce; discorso completamente diverso per “Hunter”, un brano all’interno del quale a prendere il sopravvento è la matrice metal piuttosto che quella hard rock; l’effetto risulta convincente per l’andatura ben coordinata dall’inizio alla fine all’interno della quale non manca la matrice melodica in gradi di abbellire ulteriormente il tutto grazie anche all’incredibile espressività della cantante; si prosegue con “Night Won’t Hold Me”, un brano dall’apertura acustica reso particolarmente malinconico dalla parte cantata; il brano successivamente con il suo hard rock cambia completamente per dare spazio ad un’andatura che poco si alterna rendendo un po’ statico l’interno brano; cosa leggermente diversa si ravvisa nel successivo “Lost Broken Doll”, all’interno del quale a prevalere è la dote melodica che nel suo evolversi si alterna con un hard rock avvolgente e più fantasioso grazie anche al buon lead solo; “Shooting Star”, un altro buon brano di metal moderno che alterna delle buone proposte ritmiche dando così impulso ad un risultato decisamente coinvolgente; i successivi “What you Wanted”, “Apollo 7” e “The Hermit and Justice”, confermano ancora una volta la propensione della band ad alternare melodie a sonorità più o meno intense di matrice tendenti all’ hard rock; un potente riff è la proposta in apertura di “Holy”, brano decisamente melodico e composto per lo più da buoni scambi ritmici; “Atomic Child” conclude il moniker con un nuovo riff avvolgente di matrice hard rock capace ancora una volta di dare il giusto spazio tra la successiva ritmica e gli annessi melodici resi ulteriormente attraenti anche dalla parte cantata. Tirando le somme, il disco si presenta come una discreta risposta della band su un settore, quello del metal /hard rock alternativo, che risulta al giorno d’oggi sin troppo sovraccarico di proposte; ciò non deve in ogni caso discriminare una band come questa dei Red Fraction che, al contrario, sa bene il fatto suo e sarà capace, con la convinzione che trasuda dalle note e dai brani ascoltati, di ottimizzare ancora di più il prossimo lavoro.
Track by Track
- Prelude S.V.
- Plastic 65
- Hunter 70
- Night Won’t Hold Me 65
- Lost Broken Doll 70
- Shooting Star 75
- What you Wanted 70
- Apollo 7 70
- The Hermit and Justice 75
- Holy 75
- Atomic Child 70
Giudizio Confezione
- Qualità Audio: 70
- Qualità Artwork: 70
- Originalità: 70
- Tecnica: 70
Giudizio Finale
70Recensione di Wolverine pubblicata il 19.01.2017. Articolo letto 1310 volte.
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