Southern Drinkstruction «Vultures Of The Black River» [2016]

Southern Drinkstruction «Vultures Of The Black River» | MetalWave.it Recensioni Autore:
vento »

 

Recensione Pubblicata il:
30.01.2017

 

Visualizzazioni:
2719

 

Band:
Southern Drinkstruction
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Titolo:
Vultures Of The Black River

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Pinuccio Ordnal: Chitarra
Francesco Basthard: Voce
Carlo Zorro: Basso
Andrea Vagenius: Batteria

 

Genere:
Death 'n' Roll

 

Durata:
35' 31"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
07.12.2016

 

Etichetta:
Rotten Roll Rex
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
Against PR
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Recensione

I SOUTHERN DRINKSTRUCTION provengono da Roma e fanno un death'n'roll ( come si definiscono loro stessi) molto massiccio e pesante simile ad rullo compressore impazzito.Questo è il loro terzo full-leght dopo l'esordio nel 2007 con un ep ononimo ,uno split album e la partecipazione ad una compilation. I S.D. sono : Pinuccio Ordnal (chitarra) ; Francesco Basthard (voce) ; Carlo Zorro ( basso) ; Andrea Vagenius ( batteria). Questo full-leght che andrò a recensire è stato presentato con l'ausilio del video " Vultures of the black river" che potete andarvi a vedere sulla loro pagina facebook qui www.facebbok.com/southerndrinkstruction. L'album inizia con "Appetite for drinkstruction" che schiacccia l'ascoltatore contro un muro ,mentre il potente e devastante basso di Carlo non rallentata la sua folle corsa ; anzi a tratti accelera, accompagnato dalla batteria pestona di Andrea. Il secondo pezzo"Elvis in chains" s'apre con la voce roca e poderosa di Francesco che avanza costantemente spazzando ovunque energia a profusione.Ecco il pezzo "Vultures of the river" che si allarga piano tra le pieghe del tappeto ritmico per poi scardinarsi lungo le sponde del refrain gutturale. Il ritmo scandito in sequenza costante si placa a tre quarti del pezzo per inerpicarsi velocemente per breve tempo e portare così una scossa al tutto. "Ass parking bitch" martella il cranio e scassa le ossa ai restanti presenti. Il ritornello graffia e estorce catrame dall'asfalto caldo emanante fumo grigio e puzzolente di benzina ."Goatboy" avanza come un pachiderma deciso e infuriato,sferrando colpi possenti e valanghe di furia incontrollata.Si smorza l'avanzamento ma di poco con "Back from your hell" che continua col tritare e spalmare il terreno con corpulenti colpi di basso e voce uscita direttamente dagli inferi( ovvio...ritorno dall'inferno). Uno spiraglio di luce la crea "Say my name" che con un buon ritmo sorretto da una base ritmica massiccia colora il tutto con un tocco di melodia oscura. L'inizio di "Out for blood" col basso sempre in prima linea,sciorina un tappeto pauroso accompagnato dall'oscura voce di Basthard che costruisce incubi lontani che lentamente si fanno sempre più vicini e concreti. La lenta ascesa di "Bloody stone" sulla collina del massacro segue scie misteriose avvolte di nebbie lontane nel tempo, mentre Basthard come un misterioso profeta declama i suoi testi .L'album termina con la velocissima "THUV" che sfodera armi proibite : velocità, pesantezza,maestria e cattiveria sonora spazzando il terreno fertile reso arido dal passaggio dei Southern Drinkstruction. Un album nel complesso bello tosto ma di certo i Southern Drinkstruction potrebbero inserire un pò più di varietà all'interno del loro poderoso e roccioso sound death r'n'r. Consigliato agli amanti di Pantera e affini e pure a quanti desiderano scoprire nuove realtà underground targate Italia. Il metallo è vivo e vegeto, quindi forza italian fans a conoscere e supportare le realtà locali.

Track by Track
  1. Appetite for drinkstruction 70
  2. Elvis in chains 70
  3. Vultures of the black river 80
  4. Ass parking bitch 70
  5. Goatboy 70
  6. Back from your hell_back to kill 65
  7. Say my name 70
  8. Out for blood 70
  9. Bloody stone 70
  10. THUV 75
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 70
  • Qualità Artwork: 75
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
71

 

Recensione di vento pubblicata il 30.01.2017. Articolo letto 2719 volte.

 

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